Accabadora, il romanzo di Michela Murgia

Nella società dell’immagine, dove ogni cosa, compresa la morte, si volatizza nell’arco di ventiquattro ore in un ciclo effimero e sconclusionato un romanzo come Accabadora (Einaudi) di Michela Murgia è anacronistico. La scrittrice sarda pone il segreto al centro del suo libro, che nel 2010 vinse il premio Campiello.

Recensione di Accabadora, il libro di Michela Murgia

L’immorale verità, che tutti conoscono, compreso il lettore e la lettrice, sfugge a Maria, la piccola protagonista del libro di Murgia. Maria Listru (il nome, che rimanda alla Madonna, non è casuale) viene data ancora bambina in affido alla vecchia Bonaria Urrai. La madre, Anna Teresa, è vedova e ha altri figli a carico, quindi non può crescerla. Bonaria invece non ha avuto figli e mai ne avrà perché è già anziana. La povertà dell’una e la sterilità dell’altra fanno diventare Maria una fillus de anima.

Siamo in Sardegna, in un tempo che sembra come sospeso. Le superstizioni di un mondo agricolo e rupestre si mescolano con il vento della modernità che arriva dal continente e verso cui Maria protenderà da ragazza per dimenticare l’indimenticabile, mentre l’Accabadora cammina nel buio, con passo cadenzato e consapevole, per alleviare le pene di chi soffre.

Murgia alza i riflettori in questo romanzo dallo stile asciutto ma raffinato su una delle figure più suggestive e forse anche controverse della tradizione sarda. L’Accabadora è infatti colei che finisce, dando una mano al destino, per favorire un trapasso più dolce e dignitoso. La vita di Maria, quindi, si intreccia con quella di Bonaria che insieme si completano e chiudono un po’ il cerchio in un contesto in cui ancora si crede alle anime che viaggiano su questa terra per redimersi. Accabadora è in questo senso un romanzo intriso di realismo magico e di mistero.

Michela Murgia affronta con estrema delicatezza e sensibilità un tema controverso, che è quello dell’eutanasia, e – ponendo la morte al centro del suo libro – fa conoscere una figura fantasmatica, rendendole giustizia. Inoltre apre a più spunti di riflessione sulla legittimità di scegliere come morire, quando non si riesce a vivere nel dolore, e di non essere giudicati per questo.

Il libro di Michela Murgia, che purtroppo è deceduta il 10 agosto 2023, è catartico proprio perché, in un momento in cui si tende a portare tutto alla luce, ci dice che è proprio nel  buio che accade tutto! Trovi il romanzo qui. Maria Ianniciello

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