Perfetti sconosciuti: recensione del film e trama

Perfetti Sconosciuti è una commedia di Paolo Genovese uscita al cinema nel 2016. Con un cast corale, il film si può vedere su Netflix e Prime Video in abbonamento. A noleggio in streaming è su Tim Vision ed Apple tv. Lo trovi anche su Amazon in dvd.

Di tanto in tanto va in onda sulle reti Mediaset (il 3 luglio 2022 in prima serata su Rete 4, ndr), e Rai nonché sui canali del satellitare. Il film ha ricevuto diversi riconoscimenti importanti come due David di Donatello nel 2016 (uno per la regia, l’altro per la sceneggiatura). Il film ha ottenuto anche tre Nastri d’Argento sempre nel 2016.

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Nel cast Kasia Smutniak, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Anna Foglietta, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher

Perfetti Sconosciuti: recensione del film

Brillante, ironico al punto giusto e fuori dagli schemi: Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese è questo e molto altro ancora. Mi sono sempre chiesta come facessero alcuni registi a girare film ambientati totalmente in spazi interni senza generare una sensazione di claustrofobia negli spettatori.

Si può riuscire a teatro, ma in una pellicola, dove le parole sono sempre accompagnate e sostenute dal movimento, è molto difficile. Ce l’ha fatta più che dignitosamente Francesca Arcibugi con Il nome del figlio e mi viene in mente la serie tv In Treatment con Sergio Castellitto nel ruolo di uno psicologo che riceve nel suo studio/abitazione i propri pazienti.

Un film che cresce d’intensità

Genovese costruisce un film che cresce d’intensità nella seconda parte riuscendo, oltre che a far pensare, anche a divertire il pubblico con una sceneggiatura robusta, dove le parole hanno la priorità sull’azione, qui ridotta ai minimi termini.

Perfetti sconosciuti rievoca per certi versi il grande teatro di Ibsen che seppe interpretare i drammi individuali e collettivi di una società in declino anticipando ciò che sarebbe accaduto nel secolo successivo.

Nel Novecento drammaturghi, Luigi Pirandello innanzitutto, avrebbero portato in scena il male di vivere dell’uomo del Novecento mediante la formula vincente del teatro nel teatro, dove si consumava il giuoco delle parti, specchio e sintesi di un individuo, che, ponendo sul proprio volto una sorta di maschera, non riusciva a essere mai se stesso.

Pirandello rappresentò l’irrappresentabile, cioè l’impossibilità di dire ciò che si tace. Paolo Genovese (e gli altri sceneggiatori che hanno lavorato con lui) ci ha provato e a modo suo, senza qualche limite strutturale, con un cast di ottimi attori, ha raccontato le antinomie del nostro tempo mettendo al centro della trama due sentimenti forti, quali l’amicizia e l’amore, e il tema dell’omosessualità.

L’ha fatto con intelligenza, gusto ed eleganza, senza mai abbassare il ritmo né annoiare lo spettatore, riuscendo a colmare quelle lacune presenti in un altro lungometraggio, simile per argomento e stile, come Una famiglia perfetta.

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Trama

Perfetti sconosciuti si svolge tutto in una sera, quando una coppia di coniugi – lui chirurgo plastico, lei psicoterapeuta, proprio come Francesco di Tutta colpa di Freud, altro film di Paolo Genovese – ha organizzato una cena con gli amici di sempre, altre due coppie e un uomo, ancora non “accasato”.

La macchina da presa ci fa conoscere innanzitutto l’ambiente privato in cui si muovono i personaggi principali per poi portarci nell’appartamento dove avrà inizio la finzione.

Mentre stanno cenando, Eva, la padrona di casa, propone un gioco: i commensali devono leggere i messaggi che arrivano sui rispettivi cellulari e far ascoltare in viva voce anche le telefonate.

Dopo un inizio privo di colpi di scena, i nodi vengono al pettine e ciò che forse una volta si custodiva in un diario segreto, esce allo scoperto attraverso la telefonia mobile sconvolgendo (forse) le vite dei personaggi. Vivamente consigliato. Di seguito il trailer. Maria Ianniciello

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 12 febbraio 2016 ed è stato aggiornato il 1 luglio 2022, alle ore 18.

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