Cinema, Addio a Bigas Luna: regista di Bambola

©ferminet
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Ha continuato a fare film fino all’ultimo e ieri se n’è andato a 67 anni stroncato da un cancro. Catalano di Barcellona, Bigas Luna ha saputo conquistare il pubblico internazionale dividendo spesso la critica. Uomo estroverso, di gran cultura, ha ottenuto degli ampi consensi anche nel campo della pittura, della fotografia e del design.

Sempre all’insegna dell’erotismo e della trasgressione la sua carriera cinematografica iniziata nel 1975 con il lungometraggio “Tatuaje” nel quale affrontava il tabù dell’incesto. Il suo capolavoro è da molti considerato “Le età di Lulù” del 1990 ispirato al best seller erotico di Almuneda Grandes, con cui lanciò Francesca Neri. Due anni dopo fu la volta di un’altra bellissima, Penelope Cruz che in coppia con Javier Bardèm non ancora suo compagno, interpretò “Prosciutto, prosciutto”, Leone d’Argento a Venezia. Seguirono poi altri film come “Uova d’oro” del 1993 con Alessandro Gassman e “La teta y la luna” del 1994 con le ossessioni di un ragazzino per il seno femminile.

“Bambola” con Valeria Marini è invece il lavoro più bistrattato per le continue scene di violenza sulla protagonista ma alle dure critiche il regista si difese invocando la libertà creativa. Quel film mise a ferro e fuoco la Mostra di Venezia e soltanto molti anni dopo decise di tornare al Festival seppur nel ruolo di giurato.

Gli ultimi lavori sono “Volaverunt” del 1999 e “Son de mar” del 2003, storia di passione e di vendetta. Anche malato negli ultimi tempi non aveva rinunciato a lavorare iniziando le riprese di “Segundo Origen” da un’opera dello scrittore Manuel de Pedrolo. «La pellicola sarà portata a termine – ha assicurato il portavoce della famiglia – e sarà dedicata al nipotino del regista».

Per Francesca Neri, «era un artista a 360 gradi con una visione personalissima del cinema. Negli ultimi anni siamo andati vicini a girare un altro film insieme”. Stefania Sandrelli che in “Prosciutto, prosciutto” seduce un giovanissimo Bardèm lo ricorda come “ironico e affettuoso. Mi mancherà come mancherà al cinema».

Aveva una moglie e tre figlie e per suo espresso desiderio non ci sarà funerale nè omaggio pubblico.

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Emilio Buttaro

Classe 1967 ha iniziato a svolgere attività giornalistica all’età di sedici anni. Nell’85 ha vinto il concorso nazionale “Vota lo speaker” indetto dalla FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo) e l’anno dopo è stato il più giovane cronista accreditato al Festival di Sanremo. Laureato in Scienze Politiche ha presentato diverse manifestazioni come il Premio Internazionale di poesia “Nosside”. Attualmente collabora con varie testate giornalistiche tutte di portata nazionale tra cui: Il Messaggero, Radio 24-Il Sole 24 Ore, La Stampa (redazione sportiva), Radio TV Capodistria, SBS emittente radiotelevisiva continentale australiana, Agenzia di Stampa Italpress, Cultura & Culture e Costantini Editore.

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