Violenza sulle donne, la soluzione è a portata di mamma

© drubig-photo - Fotolia.com
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Il 25 novembre prossimo ricorre la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne e in queste ore le manifestazioni si moltiplicano su tutto il territorio nazionale. A scendere in campo sono proprio le donne che, stanche di  soprusi, spesso domestici, fanno sentite la loro voce, non timida ma forte e sicura. Eppure nulla sta cambiando rispetto agli anni scorsi. Il Parlamento continua a legiferare e le commissioni redigono proposte di legge che se non applicate restano solo sulla carta. Lo scorso anno le donne uccise da uomini, troppo codardi e insicuri, sono state 124. Nulla cambia in un Paese che vuole matenere lo status quo. Qualcuno suggerisce la rivoluzione culturale. Giusto. Il problema è che a proporla sono proprio coloro che alimentano le violenze attraverso un giornalismo spazzatura, fatto di gossip. Proprio in queste ore sono stati pubblicati articoli in cui vengono descritti dettagli imbarazzanti sulle notti di Arcore, nel corso delle quali colui che avrebbe dovuto rappresentare l’Italia nel mondo, Silvio Berlusconi, avrebbe fatto sesso a pagamento con alcune donne dello spettacolo, secondo quanto riferito da Ruby. Berlusconi avrebbe corrotto, proprio per il caso Ruby, trentadue persone, inducendole a mentire. Chi sbaglia deve pagare. E su questo punto non ci sono dubbi. Tuttavia, quando si dà una notizia, bisogna analizzare le conseguenze e gli effetti che essa produce sull’opinione pubblica. I giornali hanno il dovere di informare il cittadino, soprattutto quando sono finanziati dallo Stato. E informare equivale a formare.

Tutti dovrebbero dunque fare la loro parte per tutelare i diritti e la dignità delle donne, a partire dai genitori, dalle scuole e dai media. L’obiettivo: creare una società consapevole. Ma coloro che hanno il coltello dalla parte del manico sono le mamme. Sì, avete capito bene. Proprio loro. Procreare è un atto di responsabilità verso se stesse, verso il Creato, verso il bambino che verrà alla luce. Una decisione di questo tipo non si può mai prendere con leggerezza o perché è capitato o perché il tempo sta per scadere. Non oggi. Non nell’epoca della pillola e del preservativo. Una volta messo al mondo un figlio, che ha una sua identità precisa, bisogna sforzarsi di essere madre e non mamma, come suggerisce Osho, il quale sostiene che la prima ci fornisce gli strumenti per spiccare il volo, mentre la seconda tarpa le nostre ali perché ci ha concepiti per un suo bisogno e non per Amore. La madre nella sua consapevolezza non dà al bambino sovrastrutture, perché sa che la creatura non è sua, in quanto è nata per scrivere una nuova storia e non quella dei genitori. E`difficile essere madri. Io non lo sono e non so se lo sarò mai, perché per me la maternità ha un grande valore; essa è un dono prezioso che non può essere sprecato. Un essere umano è unico e proprio grazie alla sua straordinaria unicità può dare un notevole contributo al mondo. Le mamme italiane dovrebbero insegnare ai loro figli a essere curiosi, coraggiosi, integri e onesti, ma soprattutto dovrebbero infondere nei loro cuori una solida autostima, edificata sulle fondamenta dell’Amore, dal quale non può nascere alcuna forma di violenza. Uomini e donne sono uguali nei diritti e nei doveri, pur nella loro diversità. Ma questo concetto va insegnato non solo con le parole bensì con l’esempio di una madre che sa amare senza condizioni…

m.i. 

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