Diari

Il matriarcato, tra Occidente e Oriente

Una ragazzo Musuo @Gisling
Una ragazzo Mosuo @Gisling

Qualche anno fa vidi un film che raccontava di una società matriarcale, costituita su un’isola degli Stati Uniti. Il prescelto (questo il titolo) uscì nel 2006 e fu diretto da Neil LaBute, con Nicholas Cage nel ruolo del protagonista, l’agente di polizia, Edward Malus. Il film, un remake di The Wicker Man, non piacque alla critica e infatti Il prescelto ebbe diverse nomination al Razzie Awards del 2006, la rassegna che premia le pellicole, i registi, gli sceneggiatori e le musiche peggiori dell’anno. A me fece lo stesso effetto. E` un pessimo film, anche perché lo sceneggiatore ha frainteso completamente il senso del matriarcato, dando un’idea distorta di una società che – come scrive Heide Göttner-Abendroth nel libro “Le società matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo”  (Edizioni Venexia) – è fondata sui valori di cura, amore e protezione, tipicamente femminili. La matriarca è il centro del clan e valorizza entrambi i sessi; non soltanto le femmine. In realtà ogni scelta è orientata a soddisfare i bisogni dei membri del clan, perché la Pace è il valore supremo in un contesto dove si venera la Grande Madre, la divinità che è presente in ogni Cosa. Le società matriarcali purtroppo stanno scomparendo gradualmente, eppure anche in Occidente i resti di questa antica Istituzione si vedono ancora. Aveva ragione Sarah Vine, quando sul Time scriveva, facendo per la verità un po’ di confusione, che il nostro Paese è matriarcale: le donne in Italia gestiscono, in privato, la vita degli uomini e lo facevano ancor di più in passato. Mia nonna era una moglie forte e tenace che, oltre a lavorare nei campi, faceva quadrare i conti con autorevolezza. Ma il suo vissuto quotidiano, come quello di altre sue coetanee, non era affatto semplice. Mia nonna non partecipava alla vita pubblica e lavorava come un animale da soma, tuttavia quando c’era da decidere sapeva come convincere  il marito. Di recente ho rivisto il volto e le mani operose di mia nonna che impastava il pane, la mattina presto. Ero a Ferrara e stavo ascoltando un audiodocumentario. La voce era quella di Erin O’Dwyer che per la Abc, la radio australiana, aveva realizzato un avvincente reportage dalla Provincia cinese dello Yunnan, dove vivono i Mosuo, una delle ultime società matriarcali del Mondo. Stavo cercando di dare un volto alla matriarca, quando è comparsa lei: mia nonna! Il filo che lega la nostra Cultura contadina alla loro sembra non esserci, ma io sono certa esista. Il matriarcato è antico quasi quanto il mondo e insieme cercheremo di ritrovare quel filo perduto, conoscendo altre Culture. In che modo? Lo scoprirete solo seguendoci…

Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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