Il Self-Made Man, l’uomo che si è fatto da sé, è un’illusione! Ecco perché da soli non si va lontano…

Come nasce la teoria del Self-Made Man e qual è il suo significato

Self-Made Man è una locuzione inglese di uso internazionale che significa: Uomo che si è fatto da sé. Quest’insieme di parole è un vero e proprio slogan sull’uomo forte che, senza debolezze, si realizza nell’ambito della propria professione partendo dal basso con impegno, perseveranza e senza l’aiuto di nessuno.

Attraverso fumetti e cartoni, che esaltano il super eroe, il canone della forza e del coraggio fine a se stesso ci è stato proposto ripetutamente sin da bambini condizionandoci e facendoci così vedere il mondo attraverso la lente stereotipata di questi modelli. Il mito dell’uomo forte si è diffuso ulteriormente tra gli anni Sessanta e Ottanta, con icone del calibro di Clint Eastwood, Sylvester Stallone e soprattutto Arnold Schwarzenegger.

La stessa pubblicità ha proposto sempre più l’immagine di un uomo che non deve chiedere mai. La Filosofia del Pensiero positivo, poi, ha contribuito a promuovere questa visione stereotipata del maschio motivando le persone a credere di potercela fare avendo chiaro l’obiettivo da perseguire ed eliminando tutte le emozioni negative, come la tristezza, la nostalgia e persino la tenerezza. Col fine di ottenere tutto ciò che si desidera in tempi stabiliti e prestabiliti.

Tutto questo ha creato ulteriormente il terreno per l’aumento di atteggiamenti omofobi e della violenza di genere, nonostante siano stati fatti molti passi avanti nella tutela dei diritti. Per fortuna oggi l’idea che il debole e il fragile sia da distruggere o censurare, perché sbagliato, quasi peccaminoso, si sta incrinando.

Il mito dell’uomo che si fa da sé crea ansia e depressione

La teoria del Self-Made Man è basata su una falsa verità, è uno slogan che vuole solo incentivare la produttività. Nessuno si realizza solo tramite l’uso della forza perché non esiste forza senza debolezza (tutto ha bisogno del suo opposto per manifestarsi). Bisogna poi tener presente che l’aumento di stati ansiogeni e depressivi – che in alcuni casi si esauriscono col suicidio (un fenomeno in aumento tra preadolescenti e adolescenti) – è il segno di un malessere diffuso che potrebbe essere causato anche dalla richiesta di un’eccessiva performance e da un’aspettativa che annichilisce l’essere umano, deprivandolo della sua energia vitale. La necessità di apparire, poi, sempre perfetti, brillanti e in forma sopprime emozioni essenziali per la sopravvivenza come la tristezza e la paura.

Ogni persona, se non sperimenta e trasforma tutto il proprio bagaglio emozionale, vive contro natura. Noi maschi veniamo invogliati a non piangere e a non provare paura sin da bambini; questo modello educativo ci priva di sensibilità ed empatia. Purtroppo i canoni che i Media ci obbligano a inseguire, come il successo professionale ed economico, crea una confusione tra ciò che sentiamo e ciò che ci viene detto di essere e quindi di manifestare nella vita innescando un cortocircuito emozionale.

Insieme si va più lontani…

Lo stesso Arnold Schwarzenegger, nel documentario sulla sua vita e carriera, ha sostenuto ripetutamente che l’idea del Self-Made Man è totalmente sbagliata, perché lui non avrebbe realizzato nulla se non avesse ricevuto l’aiuto di alcune persone che – durante il periodo giovanile, quando emigrò negli USA – gli diedero soldi e un tetto sulla testa.

In altre parole, Schwarzenegger ha saputo cogliere le opportunità che la vita gli ha offerto ma, come sempre accade, non c’è sfida senza appoggio. Non ammettere una cosa così è pura illusione. Chi vive nel mito dell’uomo che si è fatto da sé è un Narciso che si specchia continuamente per contemplare la sua immagine riflessa senza cogliere la complessità della vita! Si riesce perché c’è qualcuno che ci aiuta, che ci sostiene, che ci tende la mano. Sempre. Anche quando ci ostiniamo a non vederlo. L’impegno e le nostre capacità da sole non bastano, anche se sono necessarie.

Il Self-Made Man: un’esaltazione dell’Ego

Il Self-Made Man crea il terreno fertile per l’egoismo e l’individualismo a discapito del gioco di squadra. L’idea di riuscire da soli sempre e comunque porta all’isolamento. Io personalmente ammiro il talento ma ritengo che vada messo al servizio del gruppo e della comunità. “L’unione fa la forza” e “Tutti per uno, uno per tutti” sono motti e concetti imprescindibili. Io sono sempre più convinto che non siamo isole e che solo, tramite la coesione, la società si evolva. Di conseguenza credere di farcela sempre da soli non è un vanto bensì è un’esaltazione dell’Ego. In realtà ritengo che l’insieme sia sempre più ampio e complesso del singolo e questa è una regola, secondo me, da cui non si può sfuggire.

Condividere il proprio successo presuppone fiducia e rispetto per il prossimo; significa comprendere che abbiamo dei limiti (dati dal nostro essere finiti in uno spazio infinito) e che quindi anche gli altri hanno dei limiti. Per me, riconoscere ogni parte di noi, anche i lati che meno ci piacciono e le emozioni che ci hanno sempre detto che fossero negative, è la vera forza individuale. Carmine Caso

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