La Scuola Cattolica di Edoardo Albinati, recensione del libro

Vincitore del settantesimo Premio Strega, La Scuola Cattolica è il nuovo romanzo scritto da Edoardo Albinati ed è edito da Rizzoli. Disponibile come da consuetudine in tutte le librerie fisiche e virtuali, l’ultima fatica dello scrittore di origini romane rappresenta la sua opera letteraria più complessa e sfaccettata, un racconto simil-autobiografico che fra i tanti voli pindarici, fotografa con veemenza e crudeltà una pagina della nostra contemporaneità. La Scuola Cattolica del titolo è l’istituto San Leone Magno di Roma. Gli anni Settanta esplodono con tutta la loro vitalità, ma non sono periodi tranquilli per il contesto sociale dell’epoca, soprattutto per l’Italia; si rincorrono voci di una guerra fredda fra due potenze internazionali ed il mondo politico e istituzionale è in movimento costante. Per questo motivo le famiglie benestanti si affidavano ai poteri di una Scuola Cattolica, per far crescere i propri figli secondo sani principi nella speranza di poter costruire un mondo migliore ma la società è malata e con essa anche la psiche umana viene contagiata da questo morbo insidioso, tanto è vero che i giovani che vivevano in quel periodo, sono letteralmente sobillati da questi rapidi cambiamenti non avendo soprattutto una figura di riferimento. Vivere sotto una sorta di campana di vetro non è quindi la soluzione più logica. “[…] Era proprio questa, la vita? Cioè, era la mia vita? Dovevo fare qualcosa perché fosse mia, o mi veniva fornita e garantita così? Me la dovevo guadagnare o meritare? Forse era provvisoria, e presto sarebbe stata sostituita da quella definitiva […]”. E con tutto questo background, Edoardo Albinati tratteggia la sua gioventù vissuta fra i banchi dell’Istituto, ponendo l’attenzione su un gruppo di ragazzi che, di lì a poco, sarebbero stati gli artefici di un vero e proprio massacro, i famigerati Delitti del Circeo. Prima che l’intera opinione pubblica fosse sconvolta da questi fatti di indicibile crudeltà, l’autore come un narratore onnisciente scrive un lungo – forse anche troppo – trattato socio/politico/culturale sulla gioventù degli anni ’70.

Nella foto Edoardo Albinati
Nella foto Edoardo Albinati

Attraverso aneddoti e storie di vita vissuta, nelle quali l’autore li descrive con una certa maturità ma cercando sempre di rimanere estraneo ai fatti, La Scuola Cattolica risulta essere un romanzo di formazione, un manoscritto che non solo vuole ricordare la vita al tempo degli anni di piombo (dove a brillare erano le acconciature vistose e i jeans a zampa di elefante), ma soprattutto si vuole ricostruire un atroce misfatto attraverso le storie di un gruppo di ragazzi la cui vita ha riservato loro un atroce destino. Nelle sue 1300 pagine, anche se l’autore perde più volte il filo del discorso a causa di quei periodi lunghi e complessi, porta a compimento comunque un’opera degna del nome del porta, perché capace di scuotere le coscienze fin nel profondo. E benché La Scuola Cattolica sembrerebbe a prima vista un racconto autobiografico, Albinati mantiene sempre e comunque le distanze come se fosse uno spettatore inconsapevole di quello che aveva di fronte. Più volte infatti ha affermato che conosceva personalmente i personaggi che lui ha tratteggiato nel libro, ma con un far deciso, non ha mai approfondito il suo coinvolgimento preferendo di raccontare i fatti come la mente di un quindicenne li aveva idealizzati. “[…] Gli studenti rimangono indietro per definizione. Tutti, nessuno escluso. Del resto, anche i professori restano sempre indietro, non ce la fanno a tenere il passo coi programmi che loro stessi hanno formulato e di questo incolpano i loro alunni, il che e giusto e sbagliato al tempo stesso, poichè, se per ipotesi avessero classi formate esclusivamente da piccoli geni, i professori non ce la farebbero lo stesso, resterebbero indietro, magari solo di una pagina, di una riga o di un millimetro […]”

E fra fenomeni di cameratismo maschile, sogni di rivalsa e ipotesi di un futuro brillante, La Scuola Cattolica in realtà non vuole essere solo un romanzo radicato nel sociale, ma soprattutto, focalizza l’attenzione sul problema scolastico vissuto negli anni ’70, puntando il dito su questo senso di prigionia e angoscia nel vivere in un contesto maschile senza la freschezza e il sorriso di una donna. Proprio in quest’ultima analisi, l’autore critica le ferree misure adottate dalle istituzioni nate dopo le rivolte del sessantotto, riforme che in un certo qual modo hanno influito molto sugli adulti di oggi. La Scuola Cattolica non è un libro facile da digerire, va letto con calma, a volte tornado indietro su certi paragrafi per poter capire in senso intrinseco del discorso, un manoscritto non adatto a tutti che dovrebbe essere studiato per la complessità e le infinite chiavi letture. Ma il racconto rimane impresso nel cuore, simbolo che Edoardo Albinati si conferma di nuovo uno fra i più abili romanzieri della moderna letteratura.

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