Parigi, una mostra interamente dedicata ai Macchiaioli

fattoriParigi rende omaggio ai Macchiaioli e lo fa con una mostra dedicata proprio ai pittori che hanno fatto parte di questo movimento artistico italiano di metà Ottocento, nato a Firenze tra le pareti del memorabile Caffè Michelangiolo.

“Les Macchiaioli 1850-1874. Des impressionnistes italiens?” (“I Macchiaioli 1850-1874. Degli impressionisti italiani?”), questo il titolo dell’esposizione temporanea che aprirà le sue porte mercoledì 10 aprile e che fino al 22 luglio sarà visitabile presso l’Orangerie, il museo situato nel parco delle Tuileries e che, date le opere che vi sono custodite ed esposte, è stato spesso definito la Cappella Sistina dell’Impressionismo francese.

Non poteva esserci, quindi, un luogo più indicato per una mostra dedicata ai Macchiaioli italiani, per molte ragioni accomunati proprio al movimento pittorico di Monet, Renoir o Degas. La tecnica detta a “macchia”, volta a definire l’immagine tramite rapide pennellate di colore, la lotta all’accademismo e alla tradizione pittorica e, quindi, la portata innovativa di questo movimento, promotore della pittura moderna italiana, sono alcuni degli elementi che avvicinano i Macchiaioli agli Impressionisti e su cui la mostra parigina cercherà di fare luce.

«Chi sono veramente i Macchiaioli il cui nome è intraducibile in lingua francese?– si legge nella presentazione ufficiale dell’esposizione – Il nome “macchiaioli”, usato per la prima volta in senso dispregiativo in un articolo sulla Gazzetta del Popolo del 1862 in cui i pittori toscani sono accusati di ridurre il quadro a un semplice abbozzo, fu successivamente adottato dal gruppo stesso. Questi artisti, rompendo con il classicismo e il romanticismo imperanti e rinnovando così la cultura pittorica italiana, donano alla stessa un nuovo respiro e sono pertanto considerati come i promotori della pittura moderna italiana. Questo tipo di pittura ha esercitato un influsso fondamentale su registi italiani del calibro di Luchino Visconti e Mauro Bolognini, che trovarono in questo genere un’ispirazione iconografica e un linguaggio particolare dell’immagine».

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto