MILANO, INTITOLAZIONI AD AULENTI E POLITKOVKAJA

© Enrico De Vita – Fotolia.comgae

La piazza e il giardino nell’area Garibaldi-Repubblica saranno dedicati alla memoria di due grandi donne del nostro tempo: l’architetto e designer Gae Aulenti, scomparsa il 1 novembre scorso, e la giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca il 7 ottobre del 2006. Lo ha deciso oggi la Giunta comunale, approvando la relativa delibera di intitolazione. In particolare, il nome di Gae Aulenti sarà legato per sempre alla piazza soprelevata attigua a viale Don Luigi Sturzo e alla confluenza con via Vincenzo Capelli, mentre Anna Stepanovna Politkovskaja sarà ricordata nel giardino tra corso Como, via Vincenzo Capelli e viale Don Sturzo.

«L’intitolazione della piazza e del giardino nell’area Garibaldi-Repubblica a Gae Aulenti e ad Anna Politkovskaja – dichiara il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia – è il riconoscimento della città di Milano a due figure contemporanee che hanno sempre svolto la loro professione con un grande impegno civico. In particolare sono molto soddisfatto perché la nostra città avrà un luogo dedicato a Gae Aulenti, architetto e designer italiana, che ha scelto di vivere a Milano, fatto che ha inciso in modo indelebile nella sua vita, sempre improntata a uno stile inconfondibilmente milanese. Il suo essere sempre essenziale, il suo spirito altruista, la laboriosità instancabile e il suo talento sono alcune delle sue caratteristiche migliori che è giusto rimangano fissate nel tempo. Chi passerà in quei luoghi, che sono il presente e il futuro urbanistico di Milano, potrà ricordare o, per i più giovani, scoprire tutto questo».

«Due donne straordinarie che hanno occupato la scena internazionale grazie al loro grande talento, alla loro tenacia e al loro impegno civico e culturale – ha detto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri – Due nomi che, grazie a questa intitolazione, si legheranno innegabilmente da oggi alla storia della nostra città e al suo futuro».

Gae Aulenti, nata nel 1927 in provincia di Udine, si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1953, dove conseguì l’abilitazione alla professione. La sua formazione coincise con un periodo di straordinario fermento in cui l’architettura italiana era impegnata nella ricerca storico-culturale di recupero dei valori architettonici del passato e dell’ambiente, confluita poi nel movimento Neoliberty. Fu docente universitaria a Venezia e al Politecnico di Milano e Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1995-1996. Riuscì sempre a coniugare un’intesa attività internazionale con una particolare attenzione per la sua città d’adozione, come testimoniano il nuovo volto di piazzale Cadorna e dello Spazio Oberdan. Nel 1989 il Comune di Milano le conferì la Medaglia d’Oro di Civica Benemerenza quale «protagonista assoluta nel mondo dell’architettura e del design, un punto di riferimento nella cultura europea che ha contribuito a dar lustro a Milano e alla cultura italiana nel mondo».

Anna Politkovskaja, nata a New York nel 1958, si impegnò sempre per la difesa dei diritti umani e civili, contro ogni forma di sopruso e ingiustizia in Russia e in Cecenia, arrivando a condannare apertamente l’esercito e il governo russo nei suoi articoli per Novaja Gazeta, quotidiano di ispirazione liberale. Il 7 ottobre 2006 venne assassinata nell’ascensore del suo palazzo, mentre stava rincasando. La sua morte ha prodotto una grande mobilitazione in tutti i Paesi del mondo, affinché venissero al più presto chiarite le circostanze dell’omicidio. In seguito a una raccolta di firme popolare promossa dall’Associazione Annaviva, il 27 febbraio scorso il Consiglio comunale di Milano ha approvato all’unanimità una mozione per intitolare un luogo di Milano ad Anna Politkovskaja, sottolineando «l’alto valore morale della sua figura, simbolo a livello mondiale del giornalismo del coraggio e della dignità». In quell’occasione il Consiglio comunale ricordò che «la naturale vocazione internazionale di Milano rende particolarmente importante raccogliere l’istanza di libertà e di ricerca della verità che Anna Politkovskaja rappresenta, cogliendo l’occasione per porre al centro il tema del rispetto dei diritti umani».

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