BALLOTTAGGIO A SINISTRA, INDECISIONE A DESTRA

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Ieri è stata una giornata intensa per tutti gli elettori del centrosinistra che sono stati chiamati a scegliere il loro candidato premier alle prossime elezioni politiche. Una giornata, che – come hanno affermato tutti i protagonisti – è stata soddisfacente ed emozionante per l’alta affluenza alle urne. Lo ha dichiarato per primo Pierluigi Bersani, seguito poi da Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci, seppur con intercalari ed enfasi diversi.

Renzi ha parlato ai suoi con la carica di chi è pronto ad andare al ballottaggio senza se e senza ma, perché ha detto, in modo metaforico, «noi vogliamo vincere il festival di Sanremo, adesso ci siamo aggiudicati solo il premio della critica». Una similitudine che ha fatto sorridere molti, aumentando le speranze dei seguaci del sindaco di Firenze. Più sobrio invece Pierluigi Bersani che ha ottenuto un largo vantaggio soprattutto al Sud, perché ha affermato «ho saputo ascoltare». Renzi invece ha vinto nelle regioni rosse, come Toscana, Umbria e gran parte delle Marche e dell’Emilia Romagna.

Soddisfatti dunque i progressisti per la partecipazione massiccia (4 milioni i votanti), dalla quale – come ha scritto questa mattina su Repubblica Eugenio Scalfari – si denota che ha vinto la democrazia, in un momento difficile per il Paese.

Nel centrodestra al contrario si respira il vento dell’indecisione, tanto che le primarie potrebbero addirittura saltare. Di ieri la notizia che Berlusconi annuncerà in un videomessaggio la rinascita di Forza Italia e le sue dimissioni da presidente del Pdl. Ma le cose però potrebbero mutare da un momento all’altro. Tutto dipende dal responso delle primarie del PD.

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