Il microbiota intestinale: un meraviglioso e sorprendente organo nell’organo!

Microbiota e salute, prima parte

L’incredibile complessità dell’intestino e la sua importanza per la salute in generale è un argomento di crescente ricerca nella comunità medica. Numerosi studi negli ultimi due decenni hanno dimostrato collegamenti tra salute intestinale e sistema immunitario, umore, salute mentale, malattie autoimmuni, disturbi endocrini, condizioni della pelle e cancro. Vista l’importanza e vastità dell’argomento ho pensato dedicare due articoli a questo organo, centrale per la salute, considerato il secondo cervello, l’intestino appunto.

Nel primo vi parlerò di una componente del nostro intestino, a cui deve la sua importanza e peculiarità, e che possiamo considerare una sorta di organo nell’organo: mi riferisco al “microbiota intestinale” che detta la stretta connessione esistente tra intestino e salute.

Nel secondo articolo invece vi parlerò di come prendersi cura del proprio intestino analizzando le buone e cattivi abitudini che influenzano la composizione del microbiota intestinale e di riflesso la salute.

In entrambi scoverete non pochi spunti su cui riflettere e da cui partire per trovare conferma al fatto che “siamo (a tutti gli effetti) ciò che mangiamo” (per prendere in prestito una famosa citazione!).

Oggi dunque vi parlo di un concetto estremamente complesso ma assolutamente importante da conoscere, una trattazione un po’ lunga ma preliminare a ciò di cui vi parlerò poi nel secondo articolo, che cercherò di semplificare al massimo così che possiate carpirne tutti gli aspetti.

 

Il microbiota intestinale

Si tratta di una popolazione di microrganismi (batteri, virus, funghi, lieviti) tra cui circa 1000 specie diverse di batteri simbiotici, che colonizzano un tratto dell’intestino crasso, il cieco, e che sono comunemente chiamati batteri commensali, perché coesistono nel nostro corpo, fin dalla nostra nascita, insieme alle nostre cellule umane, senza danneggiarle al contrario trovandone una mutualistica intesa: l’intestino, da parte sua, offre a questi ospiti un ambiente favorevole in cui poter proliferare e vivere; dal canto loro tali batteri aiutano la funzionalità intestinale collaborando non solo alla digestione delle molecole di cibo, ma svolgendo una miriade di funzioni vitali non solo a livello dello stesso intestino, che di sicuro deve la sua buona funzionalità all’equilibrio della sua “flora batterica commensale”, ma anche a livello sistemico.

microbiota intestinale

Il termine microbiota non va confuso con quello di microbioma con il quale si intende invece la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota o, più propriamente, l’insieme dei geni che quest’ultimo è in grado di esprimere. Le funzioni svolte dal microbiota dipendono dal suo microbioma, ossia da quali geni vengono espressi e per quali molecole codificano, e questo a sua volta dipende dalla composizione batterica del microbiota. In sostanza si tratta di tue termini diversi nel significato ma strettamente correlati e dipendenti l’un l’altro.

È sorprendente: nel nostro corpo ci sono più cellule batteriche rispetto a quelle umane (circa 40 trilioni di cellule batteriche e solo 30 trilioni di cellule umane), potremmo quasi dire che siamo più batteri che umani. La maggior parte di questi si trovano come già detto a livello intestinale arrivando a pesare complessivamente fino a 1-2 kg, che è grosso modo il peso del cervello.

Ma di che tipo di batteri stiamo parlando? Sappiamo infatti che alcuni microrganismi sono dannosi per la nostra salute, come è possibile che ce li ritroviamo proprio al nostro interno e che addirittura ci fanno del bene? È possibile perché in questo microbiota troviamo accanto ai batteri patogeni una moltitudine di batteri innocui ma incredibilmente utili e persino necessari per un corpo sano; tutto dipende dall’equilibrio che si instaura tra le due categorie: un ecosistema intestinale sano richiede un equilibrio microbico, chiamato eubiosi,  in cui tipi diversi di batteri benefici combattono insieme per tenere sotto controllo le specie pericolose e predominare su di esse. In questa condizione eubiotica quel particolare microbioma produrrà tutta una serie di metaboliti necessari al corpo umano con effetti positivi per la salute umana. Viceversa, si parla di disbiosi quando i microorganismi ‘buoni’ non riescono più a controllare i ‘cattivi’ che quindi prendono il sopravvento; in questo caso non solo viene meno la codifica genica delle molecole utili, ma vengono in parte metabolizzati composti dannosi da parte dei microrganismi patogeni, anch’essi parte del microbiota. Per questi motivi i cambiamenti del microbiota e, conseguentemente, del microbioma, impattano sull’omeostasi del corpo.

È chiaro quindi che l’influenza positiva che il microbiota ha sulla nostra salute risiede nel suo corretto bilanciamento. Ma da che cosa dipende questo equilibrio, o meglio da cosa è influenzato? Beh senz’altro da noi, da ciò che facciamo e mangiamo: il nostro stile di vita, la dieta, i livelli di stress, le ore di sonno sono tutti fattori che regolano l’ago della bilancia del nostro microbiota: scelte e abitudini che scompensano il microbiota si ripercuotono sul nostro stato di salute, mentre azioni positive che favoriscono il corretto equilibrio dell’ecosistema intestinale ci regalano benessere totale. Vista questa stretta correlazione tra le nostre azioni, il benessere del microbiota intestinale e la salute corporea, a noi spetta il compito di aiutare a favorire tale equilibrio nutrendo i batteri “buoni”, così che possano prosperano e predominare.

Vediamo ora di capire qualcosina in più sul perché il microbiota intestinale sia così importante per la nostra salute.

Perché è proprio il caso di dirlo: questi batteri commensali influenzano il nostro benessere dalla testa ai piedi. Secondo il Dr. EM Quigley nel suo studio sui batteri intestinali nel Journal of Gastroenterology and Hepatology, avere una grande varietà di questi batteri buoni nell’intestino può migliorare la funzione del sistema immunitario, i sintomi della depressione, aiutare a combattere l’obesità e fornire numerosi altri benefici.

Gli esseri umani si sono evoluti per vivere con i microbi per milioni di anni. Durante questo periodo, i microbi hanno imparato a svolgere ruoli molto importanti nel corpo umano: in effetti, senza il microbioma intestinale, sarebbe molto difficile sopravvivere.

Il microbiota dell’intestino comincia a influenzare il nostro corpo già dal momento della nascita: il primo incontro con essi lo abbiamo nel momento del passaggio attraverso il canale del parto materno, anche se nuove prove suggeriscono che i bambini possono entrare in contatto con alcuni microbi già da quando si trovano all’interno dell’utero.

Man mano che cresciamo, il microbiota intestinale inizia a diversificarsi, cioè inizia a contenere molti tipi diversi di specie microbiche e più il microbioma è diversificato più è considerato indice di buona salute. È interessante sottolineare che il cibo che si mangia influisce proprio su questa diversità di batteri intestinali.

Man mano che il microbiota cresce, influenza la salute del corpo in diversi modi, tra cui:

  • Digestione del latte materno: alcuni dei batteri che inizialmente iniziano a crescere all’interno dell’intestino dei neonati sono chiamati Bifidobatteri, ed essi digeriscono gli zuccheri del latte materno che sono importanti per la crescita.
  • Digestione della fibra: alcuni batteri digeriscono la fibra, producendo acidi grassi a catena corta, che sono importanti per la salute dell’intestino. La fibra inoltre può aiutare a prevenire l’aumento di peso, il diabete, le malattie cardiache e il rischio di cancro.
  • Produzione di vitamine: la flora batterica del colon è in grado di sintetizzare alcune vitamine che noi assorbiamo e usiamo, tra cui la K e alcune forme di vitamina B.
  • Aiuta a controllare il sistema immunitario: il legame con il funzionamento del sistema immunitario è stato dimostrato da numerosi studi scientifici che ormai non lasciano spazio a dubbi: alterazioni dell’equilibrio del microbiota possono promuovere un’infiammazione cronica. Questo perché il microbiota dell’intestino controlla direttamente il funzionamento del sistema immunitario: comunicando con le cellule immunitarie regola il modo in cui il corpo risponde alle infezioni.
  • Influisce sulla salute del cervello: una nuova ricerca suggerisce che il microbiota dell’intestino può influenzare a livello del sistema nervoso centrale il controllo della funzione cerebrale, in due modi: da un lato producendo specifiche sostanze chimiche tra cui ad esempio, la serotonina, un neurotrasmettitore antidepressivo che viene prodotto principalmente nell’intestino, e dall’altro comunicando con i nervi che si collegano al cervello, in particolare con il nervo vago e, mediante questo, controllando i messaggi inviati al cervello. Tali evidenze dimostrano come il microbiota sia dunque la chiave di connessione dell’asse intestino-cervello. Sulla base di questa stretta comunicazione, numerosi studi stanno dimostrando che alterazioni del microbiota possano essere implicate in patologie psichiatriche quali autismo, depressione e schizofrenia; che il microbiota intestinale potrebbe esercitare un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson e che alcuni probiotici possano migliorare i sintomi della depressione e altri disturbi della salute mentale.
  • Influenza il peso corporeo: diversi studi hanno dimostrato che in presenza di una disbiosi intestinale, si registra un aumento del grasso corporeo; per contro il dimagrimento, anche coadiuvato dall’utilizzo di probiotici, porta ad un miglioramento della disbiosi intestinale,  con il risultato finale di una minor capacità di accumulare grasso.
  • Influenza la salute dell’intestino: un microbioma intestinale sano controlla la salute dell’intestino comunicando con le cellule intestinali, digerendo determinati cibi e impedendo ai batteri che causano malattie di attaccarsi alle pareti alterando la permeabilità intestinale.
  • Giova alla salute del cuore: alcuni batteri all’interno del microbiota intestinale possono produrre sostanze chimiche che possono bloccare le arterie e portare a malattie cardiache. Di conseguenza mantenere una condizione di eubiosi è importante anche per proteggere la salute cardiaca. A tal proposito alcuni studi hanno evidenziato come in caso di disbiosi il supplemento con probiotici possa aiutare a ridurre il colesterolo e il rischio di malattie cardiache, esercitando così un’azione protettiva.
  • Aiuta a controllare lo zucchero nel sangue e a ridurre il rischio di diabete: il microbioma dell’intestino svolge un ruolo nel controllo della glicemia e può anche influenzare l’insorgenza del diabete di tipo 1 nei bambini.

Come appena visto dunque diversi sono i modi in cui il microbiota dell’intestino può influenzare le funzioni corporee fondamentali e di conseguenza la nostra salute;  se i batteri buoni nell’intestino hanno la meglio su quelli “cattivi” non solo decidono quanto bene digeriamo la cena, rispondiamo agli allergeni e respingiamo le malattie, ma ci aiutano anche a determinare quanto peso potremmo guadagnare o perdere.

Che cosa dobbiamo allora fare per aiutare il microbiota intestinale a mantenere la condizione di eubiosi? Di sicuro possiamo iniziare nutrendolo con i cibi giusti, perché quello che mangiamo detta il tipo di batteri che andranno a colonizzare il nostro intestino e quindi influenzerà l’equilibrio microbico. Ma di questo (e altro) vi parlerò nel prossimo articolo… restate quindi sintonizzati! (articolo della dott.ssa Angela Pugliese, biologo nutrizionista)

Leggi la seconda parte: come nutrire il microbiota

Bibliografia

  • Review: “Gut microbiota, obesity and diabetes” Elaine Patterson, Paul M Ryan
  • PLoS One. 2015 Oct; “Meta-Analysis: Effects of Probiotic Supplementation on Lipid Profiles in Normal to Mildly Hypercholesterolemic Individuals”. Shimizu M, Hashiguchi M
  • Behav Brain Res. 2015 Jan; “Serotonin, tryptophan metabolism and the brain-gut-microbiome axis.” O’Mahony SM1, Clarke G2
  • Adv Exp Med Biol. 2014 “Vagal pathways for microbiome-brain-gut axis communication.” Forsythe P1, Bienenstock J, Kunze WA.
  • Proc Natl Acad Sci U S A. 2011 Mar 15; “Succession of microbial consortia in the developing infant gut microbiome.” Koenig JE1, Spor A,
  • Nat Rev Immunol. 2017 Apr; “Dysbiosis and the immune system.” Levy M1, Kolodziejczyk AA1

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