Jazz’n soul a Napoli con Nina Zilli e Fabrizio Bosso

ninaEra iniziato proprio a Napoli, lo scorso 15 maggio il “We Love You jazz’n soul tour” il viaggio musicale di Fabrizio Bosso e Nina Zilli e, a poche date dalla conclusione del tour, i due artisti hanno voluto fare ritorno nella città partenopea con un nuovo entusiasmante live all’Arenile Reload di Bagnoli nell’ambito della rassegna Drop Music Juice.

Classe, carisma e padronanza della scena non sono solo aspetti collaterali, i due artisti sanno come affascinare il pubblico e ci riescono davvero molto bene. Accompagnati da un’ensemble di musicisti, non solo esperti ma anche estremamente versatili, come Julian Oliver Mazzariello (pianoforte e tastiere), Egidio Marchitelli (chitarre), Marco Siniscalco (basso, contrabbasso e arrangiamenti) ed Emanuele Smimmo (batteria), Nina e Fabrizio riescono a giocare con la musica rivisitando, in maniera originale ed elegante al contempo, alcuni dei più grandi successi della musica black. La Motown di Detroit, il rhythm’n’blues di Memphis, il blues di Chicago e il Philadelphia sound scandiscono così i ritmi della parole di Sam Cooke, Otis Redding, Etta James, Marvin Gaye ed Amy Winehouse. L’estro vulcanico di Nina Zilli che, compiaciuta, gioca, scherza ed ammicca col pubblico si accompagna alle travolgenti incursioni strumentali dell’ispiratissimo Fabrizio Bosso, scatenando un coinvolgente botta e risposta musicale.

nina 2Un affascinante viaggio dal gusto marcatamente retrò, un balzo negli anni ’60 con “Cry to me” di Solomon Burke, “It’s my party” di Leslie Gore o “I put a spell on you” di Nina Simone, “Sunny” di Marvin Gaye, “Cupid” di Sam Cooke, “My baby just cares for me” di Nina Simone. Non solo passato ma anche presente: “50mila”, “Bacio d’addio”, “Per sempre” sono i brani di Nina che, più felicemente, si sposano al concept della serata mentre una toccante versione strumentale di “Love is a losing game” di Amy Winehouse, magistralmente eseguita da Fabrizio Bosso,  rappresenta davvero il surplus ultra di una notte da ricordare.

Raffaella Sbrescia

 

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