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La signora dello zoo di Varsavia: recensione

A chi mi chiede perché dovrebbe andare a vedere La signora dello zoo di Varsavia (il film è arrivato nelle sale cinematografiche italiane il 16 novembre scorso) rispondo che non è necessario un giorno della memoria per ricordare quanto è successo alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso e che in ogni momento si possono alzare i riflettori sui retroscena della grande Storia, cioè su quei piccoli aneddoti che hanno coinvolto uomini e donne di coraggio, i quali hanno dato il loro personale contributo per cambiare uno scenario tragico.

La signora dello zoo di Varsavia

Sebbene La signora dello zoo di Varsavia si soffermi sulle atrocità dell’Olocausto, ancora una volta, come già hanno fatto altre pellicole nel corso di questi anni, il film – complice anche un ottimo cast (da Daniel Brühl e Jessica Chastain sino alla straordinaria Shira Haas nel ruolo di Urszula) – merita di essere visto non solo per la sequenza delle immagini raccapriccianti e suggestive ma anche per la capacità della regista, Niki Caro, di emozionarci entrando (si poteva osare pure di più) nel cuore del personaggio principale, Antonina Żabińska (Jessica Chastain) che con suo marito, il dottor Jan Żabiński (Johan Heldenbergh), nascose nel suo zoo centinaia di ebrei, risparmiando loro sofferenze e una morte quasi sicura, dato che proprio in Polonia fu creato il campo di sterminio di Auschwitz.

In questi anni il Cinema, dunque, si sta sempre più dedicando all’altra faccia dello Storia, soffermandosi non tanto sui perseguitati ma su quanti parteciparono alla Resistenza aiutando così gli ebrei. Il film ci porta per mano in questa realtà dimostrandoci che solo il Coraggio spinto dall’Amore muove le cose e redime un’umanità altrimenti allo sbando. Basato sul romanzo di Diane Ackerman (la sceneggiatura è di Angela Workman), La signora dello zoo di Varsavia è un film quasi del tutto al femminile e per questo tocca le corte giuste senza scadere troppo negli stereotipi di un genere molto inflazionato. Basti pensare ai recenti e più che convincenti Suite FranceseStoria di una ladra di libri. Il rischio, per fortuna, è stato scongiurato! Da non perdere.

La signora dello zoo di Varsavia

La signora dello zoo di Varsavia

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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