La Mandragola, a teatro, oggi come ieri

Un momento della rappresentazione
Un momento della rappresentazione

Firenze- Era il 2003 quando per la prima volta si inaugurava il palcoscenico e una nuova fusione: si stavano unendo tre gruppi d’eccellenza per l’arte di Firenze: il Polo museale fiorentino, il Teatro della Pergola e la Soprintendenza Speciale del patrimonio artistico, storico ed etno-antropologico. 

Oggi e domani alle 21.15 a distanza di dieci anni, la Compagnia delle Seggiole, riporterà in scena La Mandragola, nella stessa ambientazione di allora: il cortile del Museo del Bargello. 

 L’opera-La Mandragola di Niccolò Macchiavelli è l’opera “perfetta“. Perfetta sia per quanto riguarda la metrica che per gli arrangiamenti. Riporta, dal passato, la storia a cinquecento anni dalla pubblicazione del trattato de Il Principe. Il desiderio di avere un figlio a volte può diventare un’ossessione. Si è disposti a tutto anche a perdere la propria vita purché si garantisca la continuità del casato e del principato. Questo lo spiega Sr. Machiavelli, con la sua comicità quando scrive di Messer Nicia, personaggio che voleva rendersi furbo,mettendo a repentaglio la vita di un altro pur di avere un pargolo. Così Messer Nicia cade in una beffa erotica, in stile boccaccesco. Ecco che Callimaco e Ligurio creano una pozione di mandragola che, a loro dire, farà restare incinta Lucrezia, la moglie di Nicia. La stessa pozione però avrebbe ucciso il primo uomo che avesse giaciuto con la donna. Il finale: tutti ottengono ciò che vogliono. I due burloni, si sono divertiti. La donna è rimasta incinta. L’uomo che ha giaciuto con lei ne è uscito pienamente soddisfatto e l’ingenuo Nicia diventerà padre.

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