“Fantasma minimal tour”, i Baustelle incantano Napoli

OLYMPUS DIGITAL CAMERACarezzevoli correnti di note lontane hanno cullato il pubblico del Teatro Acacia verso sponde nuove in occasione della data napoletana del “Fantasma minimal tour” dei Baustelle. Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi, Claudio Brasini, Ettore Bianconi, Diego Palazzo, Alessandro Maurino, accompagnati dal quartetto d’archi “Altriarchi”, hanno arredato con gran gusto una qualunque serata di inizio dicembre con canzoni di design, un sound vintage d’avanguardia e uno spirito retrò che innova e sconvolge per immediatezza e fascino. Gli arrangiamenti, che sulla carta venivano introdotti come spogli, sono apparsi spessi e altisonanti. I Baustelle hanno proposto tanti brani del loro ultimo album “Fantasma” in versione da camera, così come erano stati pensati in fase di scrittura, con un risultato ammaliante.

“Il futuro”, Nessuno”, “Radioattività”, “Cristina”  sono i primi pezzi in scaletta, una vibrante energia catapulta spettatori e relative poltroncine in una dimensione altra, coccolati dalle voci di Bianconi e Bastreghi,  alla volta delle spoglie sponde di un mondo che non prega più: un’esperienza mistica. “Rèclame”, “L’aeroplano”, “Perché una ragazza d’oggi può uccidersi” fluttuano sui picchi di un’intensa liricità strumentale introducendo “La moda del lento”: «Ci sembrava ingiusto che il nostro secondo disco non fosse più disponibile per cui, dopo una serie di azioni diplomatiche, siamo riusciti ad ottenere la ristampa de “La moda del lento”» – spiega Francesco Bianconi. “Ho più freddo adesso di quando tanti anni fa la neve mi gelò la giacca a vento”, cantano appassionati i Baustelle, mentre “Il corvo Joe” osserva la gente inventandosi la felicità. Subito dopo è la volta di “Signora ricca di una certa età”, la traduzione di “Lady of a certain age” dei Divine Comedy e di “Sergio” con cui i Baustelle vanno a ritroso nel tempo. Mentre un sapiente gioco di luci ad hoc scandisce le note, attimo per attimo, la scenografia pare prendere vita: una bambina stesa a terra con gli occhi chiusi ( che, tra l’altro è la copertina dell’ album “Fantasma”, realizzata dal fotografo Gianluca Moro) è più di una foto, è un varco spazio temporale.

OLYMPUS DIGITAL CAMERADi tempo e di spazio, di morte e di vita parlano i Baustelle in “Monumentale”, “Il mio autunno”, cover di “My autumn’s Done Come” di Lee Hazlewood, e “Cuore di tenebra”. Il tempo scorre via, implacabile e veloce, ed è già tempo dei bis: “Stranizza d’amuri” di Franco Battiato, “Un romantico a Milano”, “La canzone del riformatorio” deliziano il pubblico: vocalizzi, virtuosismi strumentali regalano un nuovo significato ai giorni scarni tutti uguali di “Gomma”. Gran finale con “La guerra è finita” e “Charlie fa surf”: altro che fantasmi, i Baustelle sono più vivi che mai. Deo Gratias!

Raffaella Sbrescia

 

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