“F for Fake” il nuovo libro di Massimo Sgroi

Lo scopo di “F for Fake“, ispirato dall’omonimo film del regista ed attore Orson Welles, nasce dalla consapevolezza che nel mondo contemporaneo si rende urgente la necessità di fare chiarezza sull’uso spregiudicato dei media, dei grandi network e della rete nel veicolare informazioni di parte, se non falsificate, che passano, in particolare, attraverso l’immagine, laddove la rappresentazione visuale è il mezzo percettivo ideale per rivolgersi alle grandi masse che abitano il mondo all’alba del terzo millennio.

F for Fake di Massimo Sgroi
La copertina del libro “F for Fake” di Massimo Sgroi

Manipolare l’immagine significa penetrare profondamente nelle coscienze e nel tessuto sociale e culturale del nostro mondo contemporaneo. Curata dal critico d’arte contemporanea Massimo Sgroi e realizzata da Editori Internazionali Riuniti, la pubblicazione si avvale della collaborazione di quindici fra critici di arte contemporanea, intellettuali ed artisti italiani: Andrea Bruciati, Guido Cabib, Gianni Cerchia, Francesco De Core, Valerio Dehò, Gabriele Di Matteo, Augusto Ferraiuolo, Pierpaolo Forte, Gabriella Ibello, Miltos Manetas, Gabriele Montagano, Luca Pancrazzi, Lucio Saviani, Corrado Sfogli, Massimo Sgroi ed Eugenio Viola.

L’approccio dei vari autori parte dalla visione artistica per approdare ai diversi campi della conoscenza e della cultura: dall’etnoantropologia di Augusto Ferraiuolo, docente alla Boston University, alla ricerca filosofica di Lucio Saviani, Professore di Estetica all’Università La Sapienza di Roma, dalla ricerca storica di Gianni Cerchia, titolare della cattedra di Storia Contemporanea presso l’Università del Molise, alla lettura del sociologo Gabriele Montagano e del redattore capo del giornale “Il Mattino, Francesco De Core.

Durante la presentazione, condotta, insieme al curatore del libro, dal Direttore del MADRE Andrea Viliani, si svolgerà un reading di due racconti di Corrado Sfogli presenti nel libro con commento musicale dell’autore.

Un tema importante, quello trattato in “F for Fake”. F come fake, termine che in inglese significa “falso”; il falso appunto che potrebbe nascondersi dietro una qualsiasi immagine o simbolo appartenente alla ragnatela internettiana. F come il logo celeste del social network più popolare del momento. Quasi una corrispondenza biunivoca tra realtà e finzione, tra la vita reale e la vita cibernetica.

Attenzione quindi, come nei bugiardini farmaceutici, usare con cautela, può causare dipendenza.

Romina Capone

 

 

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