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‘Amore, cucina e curry’ su Rai Movie: recensione e trama

In un tempo come quello che stiamo vivendo, in cui i ristoranti sono chiusi, il film Amore, cucina e curry rievoca sentimenti nostalgici facendoci ricordare com’eravamo solo due mesi fa. La pellicola ci rammenda nello specifico che la cucina è condivisione e che può avvinare culture diverse che grazie al cibo imparano a conoscersi e a rispettarsi.

Di conseguenza sguente domanda, guardando il film – che andrà in onda su Rai Movie, questa sera, 22 aprile 2020, – sorge spontanea: può il cibo smussare lati di un carattere freddo, un po’ snob e intransigente? La risposta è affermativa e ce la dà Steven Knight lo sceneggiatore del film, oggetto di questa recensione. Ma scopriamo di più sulla trama, senza spoiler.

‘Amore, Cucina e Curry’ : recensione del film e trama

‘Amore, Cucina e Curry’  è diretto da Lasse Hallström, regista di altri film che molto hanno in comune con questo lungometraggio. Amore e follia, passione e sogno sono l’asse portante del cineasta svedese; da “Le regole della casa del Sidro” a “Il pescatore dei sogni”, passando per “Dear John” e “Hachicko – Il tuo migliore amico” Lasse Hallström gira vicende di vita vera ma raccontate, a volte, con leggerezza e se vogliamo anche con un pizzico d’ironia in un campo d’azione che si compone di paesaggi spettacolari, nei quali uomo e natura si rincontrano. “Amore, cucina e curry” somiglia però, per il tema e l’ambientazione, soprattutto a “Chocolat”, sempre dello stesso regista e uscito nel 2000.

La cucina diventa in questo  film il viatico verso la catarsi dello spirito. Un vero e proprio viaggio per affinare i cinque sensi attraverso salse – che, per essere realizzate bene, vanno “ricercate nel cuore” – e piatti prelibati da cucinare con amore, perché essi sono memoria, storia di popoli che s’incrociano.

Trama del film

Amore, cucina e curry s’ispira al romanzo di Richard C. Morais “Madame Mallory e il piccolo chef indiano”, edito in Italia da Neri Pozza. La trama ruota intorno a una strampalata famiglia indiana che, dopo essersi trasferita a Londra, si reca nel sud della Francia, in montagna dove si raccolgono dei funghi squisiti, con cui si realizzano ricette gustose. Un luogo dove il cielo e i monti si accarezzano e dove passeggiare in bicicletta, tra sentieri silenziosi, è un’esperienza sensoriale. Non da poco.

Amore, cucina e curry RAI 2 trama recensione

Proprio qui si stabilisce la famiglia Kadam, il cui testardo capo famiglia decide di aprire un ristorante indiano, a pochi passi dal lussuoso Le Saule Pleureur della severa Madame Mallory, interpretata da una superlativa Helen Mirren. Tra i due ristoranti è guerra dichiarata ma le doti culinarie di Hassan (Manish Dayal), il più talentuoso della famiglia Kadam, e un episodio spiacevole addolciscono il cuore di Madame Mallory, mentre fa da sfondo la nascita di una tenera storia d’amore tra Marguerite, aiuto cuoca de Le Saule Pleureur, e Hassan.

La cucina come creatività ed estro

L’ottima fotografia, oltre che la sceneggiatura ben costruita, dà valore a una pellicola che ti consente di trascorrere alcune ore piacevoli, tra piatti raffinati dell’alta e secolare cucina francese e i sapori indiani ricchi di spezie. Può dunque il cibo unire popoli così diversi e lontani, abbattendo pregiudizi e credenze? Certamente. La cucina è creatività ed estro, essa ci consente (se è la nostra passione ovviamente) di rimanere nel qui e ora, liberando i sentimenti più nobili, proprio come accade a Elizabeth Gilbert in Mangia, prega e ama, dal cui romanzo è stato tratto il film con Julia Roberts.

Un consiglio? Prima di vedere “Amore, cucina e curry”, fai una buona cena, perché questa pellicola ti stuzzica l’appetito… (Maria Ianniciello)

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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