Perez., trama e recensione del film

Trama e recensione del film "Perez.", con Luca Zingaretti

Perez. Zingaretti

Vivere o lasciarsi vivere. Reagire o fuggire. Riscattarsi o fermarsi a un bivio, per paura di andare oltre. Passività e caducità dell’esistenza sono l’asse portante di Perez., il film diretto da Edoardo De Angelis e uscito nelle sale il 2 ottobre scorso. Il regista affida a Luca Zingaretti il ruolo di protagonista, quello dell’avvocato Demetrio Perez, un uomo che ormai, dopo aver perso tutto, tranne la figlia Tea (Simona Tabasco), difende con estrema passività malfattori e delinquenti. In verità Perez vive tra coloro che sono sospesi, in un eterno conflitto interiore che però lo porta a non alzare mai la voce, nemmeno con la figlia, la quale, nonostante lo collochi proprio in cima alla lista dei suoi affetti, non esita a esprimergli tutta la sua rabbia perché quel padre senza carattere non “accetta” il fidanzato camorrista (Marco D’Amore). E sarà proprio la relazione pericolosa della figlia a spingere il protagonista ad agire, perché dopotutto per mettersi in gioco ci vuole una motivazione seria.

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L’azione si sviluppa a Napoli, tra il centro direzionale e le campagne dell’hinterland partenopeo, in un ambiente le cui logiche e dinamiche somigliano a quelle del far west. Farsi giustizia da soli o soccombere. L’avvocato sceglie la prima via e scende a patti con un camorrista (Massimiliano Gallo), decidendo così di agire, dopo tanti anni di attesa. «Perez o fai o ti fanno». E Perez fa. Uccide un toro, nella cui pancia sono nascosti preziosi diamanti, e si mette in gioco solo e soltanto per Tea. Lo fa con discrezione, all’inizio con paura, ma poi si lascia andare. Nel film il sole sorge e tramonta, senza fare mai capolino da quelle nuvole scure e inquientanti, proprio come la vita di Perez.

Eppure tra l’aggressività e la passività esiste una terza via che un certo tipo di cinema non prende più in considerazione, forse perché essa è considerata non percorribile. E` la strada dell’amore che trionfa sempre sulla paura. Oggi, come ieri. De Angelis, dunque, porta sul grande schermo una Napoli fredda e pericolosa, lontana dai colorati e folcloristici quartieri, dove, nel bene e nel male, pullula ancora la vita e dove un tempo grandi cineasti hanno ambientato le loro meravigliose pellicole.

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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