ECCO LO ZUCKERBERG ITALIANO: MATTEO ACHILLI

Figura 1 - Matteo Achilli

Matteo Achilli, 20 anni, romano, (Figura 1) è stato definito lo Zuckerberg italiano perché ha fondato un social network sul lavoro, che stila le classifiche degli studenti più meritevoli in base alle loro esperienze e alla formazione, in modo da agevolare le aziende nella scelta del personale. Questo e altro ancora è  Egomnia.com, il portale che, grazie all’impegno di Matteo Achilli e del suo team di esperti, ha riscosso subito grandi consensi. Abbiamo, dunque,  voluto conoscerlo e farvelo conoscere attraverso la seguente intervista, che Matteo gentilmente ci ha concesso.

Sei stato definito lo Zuckerberg italiano perché hai fondato un social network sul lavoro ottenendo subito grandi consensi. Come ti spieghi questo successo e soprattutto quello dei social network?

In un momento storico come quello che stiamo vivendo l’Italia ha bisogno di un Egomnia.com che aiuti le risorse a interagire con le aziende, cercando di diminuire la forte disoccupazione che purtroppo abbiamo nel nostro paese. I Social Network hanno successo perché fanno interagire in modo dinamico gli utenti tra di loro e con il portale, ecco perché il Social è la scelta migliore per un sito internet come il mio che vuole mettere in contatto diretto le persone che cercano lavoro con quelle che lo offrono.

Come è nato il tuo progetto? E qual è la tua mission?

L’idea mi è venuta quando ero ancora al liceo nel gennaio 2011, da allora è iniziata la mia carriera imprenditoriale che ha permesso dopo un durissimo hanno di lavoro di creare un Team eccezionale, dagli sviluppatori allo studio legale, e di concretizzare il progetto. Egomnia è stata lanciata a marzo del 2012 in fase beta con la mission di rivoluzionare la, oramai, “arretrata” concezione di E-Recruitment (selezione dei candidati via Internet) che i siti tuttora hanno.

Figura 2 - Logo Egomnia.com

Un consiglio ai giovani italiani che appena usciti dall’università cercano un lavoro?

Certamente quello di non lasciarsi impressionare dalle negative esperienze iniziali, se ci saranno, perché il sistema in cui viviamo sta lentamente cambiando in meglio. In questo periodo storico di transizione del sistema italiano avverrà una vera e propria “rivoluzione dell’età”. Già ad oggi se chiedeste ai manager di grandi aziende quali saranno le figure professionali che ricercheranno maggiormente da qui a cinque anni non vi sapranno rispondere. Probabilmente nemmeno io lo so. L’unica verità che si comincia a percepire è che queste figure saremo noi giovani. Storie come la mia stanno aiutando a rivalutare l’immagine dei giovani e questo mi rende molto fiducioso per il futuro. La disoccupazione giovanile sono certo sia destinata a diminuire drasticamente, me lo auguro per il Paese.

Quali sono le caratteristiche di un buon progetto? Come capire se un’idea è valida o meno?

Bisogna studiare i concorrenti e la domanda di mercato. Se i competitors non sono all’altezza della tua idea e la domanda di mercato è altissima il progetto è buono. Se si è in grado, per competenze e carattere, di realizzare un progetto allora è il momento di iniziare a lavorare. Se ci si rende conto di non essere in grado lo si brevetta e si vende il brevetto. In sintesi sono questi i due principali ragionamenti che si fanno.

Tre parole per definire l’efficienza…

Io vedo l’efficienza come flessibilità, capacità di adattamento e avanguardia. La flessibilità che ha un’azienda di migliorare le proprie conoscenze è alla base dell’efficienza. La capacità di adattamento al mercato permette di conservare l’efficienza nel tempo e infine l’avanguardia permette all’azienda di ricoprire una posizione di leadership di efficienza e quindi di mercato.

La pubblicità sul web in Italia si sta affermando pian piano; cosa pensi possa accadere nel prossimo futuro?

Nel futuro chi avrà elaborato il miglior modello di advertising sul proprio sito controllerà il mondo di Internet. Per il momento nessun sito, nemmeno tra i colossi americani, ha un modello di advertising perfetto, ma è solo questione di tempo.

Maria Ianniciello

 

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