Il cinema che insegna: “L’ultimo samurai” e “Balla coi lupi”

Onore e disonore. Materialismo e spiritualità.

Inquietudine e pace. Rispetto e insolenza. Amore e paura.

La coppia degli opposti ha sempre affascinato il teatro, la letteratura e in particolare il cinema. Registi, scrittori e poeti hanno raccontato – mediante il cinematografo, la prosa e i versi – l’eterno ossimoro tra l’impulso umano di trascendere le emozioni, per dare voce allo spirito, e un progressismo senza freni.

l'ultimo samurai. locandinaIl capitano americano Nathan Algren (Tom Cruise), protagonista del film “L’ultimo samurai” (2004), è perseguitato dagli incubi che gli disturbano il sonno, perché per desiderio di conquista ha ucciso migliaia d’indiani, in nome di un’unità nazionale che ha disilluso le sue attese di soldato pieno di onore e rispetto. Nathan è chiamato in Giappone per addestrare le truppe nipponiche che devono sedare la ribellione dell’ultimo dei samurai, Katsumoto. I samurai da secoli proteggono il Paese ma, a causa di un intenso processo di occidentalizzazione che non conosce tregua, la loro missione si sta esaurendo.

Nathan, nel corso di un feroce combattimento, è fatto prigioniero e portato tra i monti dell’ultima comunità samurai. Qui scopre l’arte dell’equilibrio, della meditazione, del controllo della mente. Qui trova la pace, riappropriandosi di quella spiritualità persa e impara a usare la spada con destrezza; da nemico diventa un amico di questi guerrieri.

Nathan Algren somiglia molto a John Dunbar. Interpretato da uno straordinario Kevin Costner, John è il personaggio principale di “Balla coi lupi” (1990), uno degli ultimi western moderni che finalmente rende giustizia ai pellerossa. Come Nathan, anche il tenente Dunbar ritrova proprio lungo la desolata linea di confine quella pace verso cui tutti protendiamo grazie a Due calzini, un lupo che gli tiene compagnia, e a una comunità Sioux, i cui membri sanno mantenere la parola data e si battono in nome degli antenati.

Balla coi lupiValori autentici e sani, come il rispetto e l’onore (se non portati all’estremo), annichiliscono la paura della separazione perché dopotutto, per queste antiche civiltà, la morte è parvenza e illusione dei sensi.

La bellezza de “L’ultimo samurai” e di “Balla coi lupi” (due capolavori del cinema) sta proprio nella profondità di pensiero.

I protagonisti superano il materialismo, che spesso ci fa sperimentare l’inferno sulla terra rendendoci ancor più vulnerabili, fragili, inutili ed egoisti. Infatti, sia Nathan che John ritrovano nella semplicità la strada di casa.

Maria Ianniciello

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