Eataly Roma: la mostra fotografica Le mani della tradizione

Eataly, Roma: recensione della mostra Le mani della tradizione – Sono una ventina le aziende più antiche del mondo, quelle nate parecchi secoli fa e che fanno tutt’ora impresa cercando di preservare e rinnovare al tempo stesso il proprio marchio e la propria identità. Di queste, più della metà sono italiane. E’ proprio da qui che parte il viaggio di Thomas Quintavalle attraverso il mondo della fotografia industriale, che dal 27 gennaio è sbarcata da Eataly Ostiense a Roma con la mostra “Le Mani della Tradizione”, una rassegna di splendidi scatti realizzati in diciotto storiche aziende italiane, dalla Puglia al Veneto. L’esposizione, aperta fino al 29 febbraio 2016, comprende circa quaranta fotografie realizzate all’interno di strutture vecchie centinaia di anni, ma ancora vive e funzionanti nel rispetto di un know how che crea da sé un’altissima forma di eccellenza. Si va dal Cantiere Navale Camuffo di Portogruaro (Venezia), fondato nel 1438 al Lanificio G.B. Conte di Schio (Vicenza) del 1757, passando per la Grazia Maioliche di Deruta (Perugia) del 1500 e la Fonderia di Campane Marinelli di Agnone (Isernia), nata addirittura nell’anno 1000.

Trovandoci da Eataly, non possono ovviamente mancare le realtà enogastronomiche del nostro Paese, un patrimonio di passione e dedizione tramandate di generazione in generazione, che hanno trasformato le materie prime in quei prodotti pregiati che tutto il mondo ci invidia. Nella sede di Roma ci sono i vini della Leone De Castris di Salice Salentino (1665), ovvero la prima azienda vinicola ad aver mai prodotto un rosato, il “Five Roses”, nel 1943. C’è la Confetteria Mucci di Andria (1894), inventori del famoso “Tenerello”, un confetto realizzato con mandorle di Puglia e nocciole IGP del Piemonte ricoperte da un doppio strato di cioccolato purissimo. E ancora la Distilleria a Vapore fondata da Bortolo Nardini nel 1779 a Bassano del Grappa, luogo tutt’ora di riferimento per i bassanesi che si trova all’ingresso del famosissimo ponte coperto di Bassano. Infine, il Pastificio Artigianale Fabbri (1893) che, oggi come 100 anni fa, lavora il prodotto usando stampi in bronzo e lasciando essiccare lentamente lunghe distese di tagliatelle, penne e spaghetti.

Eataly-Roma

 

«Questo progetti nasce nel 2013 – spiega Thomas – per raccontare le aziende italiane più antiche. All’inizio ce n’erano in programma solo cinque o sei, ma andando in giro per l’Italia mi sono innamorato di tante altre e quindi il lavoro si è evoluto. C’è un grande senso di appartenenza, in queste strutture: sono luoghi in cui si dà ancora il giusto valore al tempo e al lavoro, nonostante il mondo di oggi non richieda sapienza, ma flessibilità. Al centro di tutto, le mani: quelle degli operai che modellano la ceramica o tirano la pasta, quelle che controllano la qualità del prodotto sulla filiera industriale e che smussano gli angoli di una lastra di marmo. Gesti antichissimi eppure attuali, di mani che dipingono una stoffa oggi come nel 1826 presso l’Antica Stamperia Pascucci di Gambettola, o che sbrogliano un grumo di fili nella sede di Piacenza Cashmere a Pollone, fondata nel 1733. La mostra allestita presso Eataly di Roma è un’occasione per ritrovare la memoria di gesti sconosciuti alla maggior parte delle persone, perché colpevolmente ignorati dai grandi media nazionali. Eppure parliamo della nostra storia, di imprese nate centinaia di anni fa da gente coraggiosa e visionaria e di «famiglie che hanno creato un know how – continua Thomas – che non si può replicare e che diventa un modello per chi è all’estero».

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