IL MUSEO DEL ‘900 NEL PALAZZO DELL’ARENGARIO

© Ada Faretra

© Ada Faretra

«Ho sempre vissuto il patrimonio come una geografia. Un mondo dove addentrarsi, camminare ma avere anche la capacità di tornare indietro e chiedersi se quello che è stato fatto nel passato è bello o utile. Cerco quindi di mantenere una distanza profondamente critica con il passato. Perché per immaginare il futuro dobbiamo essere molto liberi e avere anche la coscienza che se riusciremo a fare anche noi un pezzo di futuro, qualche cosa la dovremo perdere lungo questa strada, com’è sempre avvenuto nella storia dell’umanità. È un problema di ecologia della mente. Questo non vuol dire distruggere gli oggetti che il tempo ha conservato, ma vuol dire ridurre la loro presenza fra di noi. Purtroppo c’è un problema nella società ad accettare il nuovo nella cultura.» (Italo Rota).

L’Arengario, è un edificio prospiciente piazza del Duomo a Milano costruito negli anni Trenta su progetto degli Architetti Portaluppi, Muzio, Magistretti e Griffini e decorato in facciata con gli altorilievi di Arturo Martini. Agli inizi dell’ultimo decennio è stato individuato dal Comune di Milano come sede di interesse architettonica per una destinazione museale.

© Ada Faretra

La trasformazione del Palazzo dell’Arengario in Museo del Novecento si è posta come obiettivo fondamentale l’organizzazione all’interno del contenitore storico di un sistema museale semplice e lineare, che permettesse di ottimizzare l’utilizzo degli spazi a disposizione e di restituire un’immagine forte e attraente all’edificio e alla nuova istituzione, così da trasformarlo in uno dei luoghi privilegiati della cultura a Milano. Il nuovo assetto ideato da Italo Rota e Fabio Fornasari si caratterizza come un percorso avveniristico tra passerelle sospese e sale a forma di capsule spaziali con tanta luce naturale. Nello spazio verticale della torre, è stato inserito un sistema di risalita verticale con una rampa a spirale che dal livello della metropolitana raggiunge la terrazza panoramica affacciata su piazza Duomo. Il salone della torre, organizzato su due livelli, è poi interamente dedicato a Lucio Fontana. Salendo con le scale mobili infatti e tenendo il naso in su possiamo ammirare un soffitto che ha una propria storia: realizzato da Fontana nel 1956 per un albergo dell’isola d’Elba rischiava di sparire in una ristrutturazione, fortunatamente un intervento del ministero dei beni e delle attività culturali lo ha salvato.

© Ada Faretra

Milano si arricchisce così di un nuovo spazio dove apprendere dal vivo l’arte del XX secolo attraverso oltre 400 opere appartenenti alle Civiche Raccolte Artistiche del Comune. L’esposizione è un percorso attraverso l’arte del Novecento italiano, con una particolare attenzione alla città di Milano, che parte dal Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo e giunge al ’68, anno-evento che conclude simbolicamente l’esposizione. Interessanti e didattiche sono le scelte tematiche dell’allestimento con la suddivisione in stanze dedicate a Giorgio Morandi, Giorgio de Chririco, Piero Manzoni e i corridoi dedicati rispettivamente al Futurismo e alle Nuove Figurazioni.

L’edificio dell’Arengario è direttamente collegato al secondo piano di Palazzo Reale tramite una passerella sospesa. Il nuovo “pontile”, discreto e minimale non è semplicemente un ponte tra due edifici, ma anche un modo di scoprire l’affascinante stratificazione storica dei palazzi dell’area compresa tra via Rastrelli e piazza Diaz. Grazie a questi elementi architettonici il museo, oltre a mostrare al grande pubblico opere che non si potrebbero ammirare altrimenti, riesce a donare una nuova prospettiva al b-side di Piazza Duomo, una zona del centro di Milano rimasta spesso nell’ombra.

Ada Faretra

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto