LA LAMPADA KYUDO

La lampada KYUDO è frutto del talento di due giovani designer tedeschi Konstantin Landuris e Horst Wittmann di Hansandfranz, che nella riflessione su spazi e soluzioni, condividono con Kundalini un approccio progettuale anticonvenzionale e fuori schema.

Il progetto trae ispirazione dall’antica arte marziale giapponese del tiro con l’arco. Il Kyudo, infatti, è letteralmente la “via dell’arco”, una disciplina millenaria che affonda le sue radici nella filosofia Zen e si basa su un’attitudine diametralmente opposta al razionalismo occidentale. Ciò che conta non è focalizzarsi sul bersaglio, quanto il raccoglimento interiore e lo scandire ogni gesto come parte di un preciso rituale, in una magnetica danza che nasce dal respiro. Da questa filosofia, mediata dalla creatività dei designer, nasce un sottile e flessuoso arco di luce, disegnato per comunicare eleganza, equilibrio e armonia in cui la luce non solo è disegnata, ma a sua volta disegna la nostra percezione del mondo e della vita.

Nel suo attingere a culture lontane e a significati ancestrali, Kundalini ricorre ai materiali e alle tecnologie più avanzati, con esiti di grande creatività. In Kyudo i led permettono di tracciare un autentico nastro di luce lungo uno dei due archi che compongono la struttura della lampada. I due archi scorrono uno sull’altro consentendo l’estensione della lampada e della linea luminosa, regolabile a piacere fino a definire una forma che si adatta fluidamente alle diverse situazioni: lettura, relax, convivialità.

La lampada kyudo, considerata come un personaggio luminoso è stata anche collocata sul palco di “DESIGN DENCE “ al teatro dell’Arte della Triennale. Nella scena di narrazione della genesi biblica  diverse forme luminose dalle fattezze extraterrestri hanno dato vita ad un universo popolato da oggetti di design. Kyudo, in questo contesto, si è animata con la sua  forma iconica generata dalla liberazione della forza delle linee.

Ada Faretra

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Ada Faretra

Si laurea in Architettura a Firenze nel 2004 discutendo una tesi in restauro architettonico dal titolo “PALAZZO PITTI A FIRENZE. IL CORTILE GRANDE ANALISI E CONSERVAZIONE”. Dal 2004 al 2009, in collaborazione con la SBAA di Firenze e con la Meridiana Restauri, riceve l’incarico di monitorare i lavori di restauro sulle facciate della chiesa di Santa Croce e di Palazzo Pitti a Firenze. Nel 2009, per conto dell’opera del Duomo di Firenze esegue il rilievo della porta della Mandorla sulla facciata laterale di Santa Maria del Fiore. Partecipa al progetto MAP con la catalogazione dei beni artistici degli Uffizi di Firenze al fine di redigere un database per gli interventi di emergenza dei VV FF. Dal 2006 al 2010 è stata Presidente di categoria del settore Arredo della Confartigianato di Firenze e membro delle giunte “Giovani Imprenditori” e “Senior” della stessa associazione. Attualmente risiede e lavora ad Ariano Irpino svolgendo la libera professione nel campo della progettazione architettonica e di interni.

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