“The Newsroom”, quando il giornalismo è serie tv

E’ in onda su Rai 3 con gli episodi inediti della seconda stagione la serie tv The Newsroom, un atto d’amore al mondo del giornalismo concepito da quel genio indiscusso chiamato Aaron Sorkin

Pochissime sono le serie tv americane che, al giorno d’oggi, intrattengono con intelligenza e riescono a colpire il cuore dello spettatore. In un grande calderone di idee e situazioni, nel marasma, spunta The Newsroom. Sviluppata per il selettivo pubblico della HBO da un poliedrico Aaron Sorkin, la serie è in onda anche qui in Italia sulle frequenze di Rai3. Da qualche settimana infatti, il giovedì dopo il film della prima serata, siamo tutti inviatati a vivere sulla nostra pelle le “avventure” della fittizia redazione giornalistica di News Night.

The Newroom serie tvAaron Sorkin, regista di svariati lungometraggi come The Social Network ad esempio ed autore di altri successi televisivi quali The West Wing e l’incompreso Sport Nights, con The Newsroom concepisce forse la sua opera migliore arrivando ad assottigliare la linea che intercorre tra realtà e finzione. Eppure nonostante lo show televisivo risulti essere una perla della realtà televisiva moderna, The Newsroom, non è mai stato visto di buon occhio sia dalla critica che dal pubblico, ed una situazione similare sta accadendo anche qui in Italia. Se però possiamo giustificare i gusti del pubblico d’oltreoceano dato che, negli Usa, hanno a disposizione una vasta scelta di programmi, qui in Italia dove latitano prodotti di vero interesse culturale e mediatico, non si spiega l’insuccesso di The Newsroom. È un flop infatti colossale quello che sta vivendo la serie di Sorkin se si pensa che, l’episodio trasmesso la settimana scorsa, è stato seguito da poco più di 400.000 telespettatori; un dato imbarazzante per una serie tv che, nonostante qualche pecca stilistica e narrativa, rimane comunque una delle produzioni americane più belle dai tempi di The Wire.

Il motivo di questo “insuccesso” transnazionale va riscontrato in diversi fattori. The Newsroom è una serie scomoda, perché non vuole essere solo un atto d’amore ad un lavoro, quello del giornalismo di per se competitivo e poco partecipativo, ma rema contro la realtà politica e sociale, illustrato un mondo in caduta libera, allo sbando e senza un leader forte e carismatico da seguire. La situazione che gli americani stanno vivendo, quindi, non è poi tanto diversa da quella vissuta in questo periodo da noi italiani, tampinati da una crisi economica e di valori. The Newsroom, attraverso le storie dei protagonisti, vuole farsi promotore di questo disturbo e cercare quantomeno di dare uno shock culturale per destare la massa da un sonno forzato. Aaron Sorkin, grazie alla sua scrittura frenetica ed eclettica, riesce a far trasparire gioie e dolori di un mondo disilluso ma ancora capace di credere nelle sue potenzialità. Grazie al team di giornalisti capitanati da Will McAvoy (Jeff Daniels), il regista grida un “canto” di rivoluzione che, sicuramente, echeggerà ancora per molto tempo nell’universo seriale.

the newsroom Rai 3The Newsroom però anche se brilla per profondità di contenuti, rimane una serie tv che non tutti possono apprezzare, per via delle sue infinite chiavi di lettura, per i suoi dialoghi idealisti e quasi filosofeggianti e soprattutto per un racconto che, solo con il tempo, riesce ad empatizzare con pubblico. Un netto cambiamento si riscontra proprio durante lo svolgimento della seconda stagione dove l’autore, senza dimenticare i punti fondamentali della serie, costruisce un racconto che intreccia tutti o quasi gli episodi, portando in tv una serie vicina alla realtà e diretta come un falso documentario. Per la quotidianità televisiva italiana, rispetto a quella americana, è un insuccesso quasi annunciato perché, il pubblico nostrano, lobotomizzato da prodotti di scarso spessore, non riesce a percepire la grande profondità di questa serie tv. Per quanto riguarda gli americani, invece, il concetto è nettamente diverso. Come è avvenuto per altri fenomeni televisivi, come la già citata The Wire oppure Oz il drama carcerario, solo con il tempo il pubblico stesso, si trova ad appezzare prodotti fuori dagli schemi, brillanti, intensi, coinvolgenti e barbaramente crudeli. E’ dunque a causa di una grande vastità di stili e generi televisivi che, The Newsroom seppur sia un cult indiscusso, non ha avuto l’impatto sperato neanche negli States, ma siamo consapevoli che la qualità viene sempre premiata.

Carlo Lanna

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