Politica, impresa e sindacato

©fusolino - Fotolia.com
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Dominata dalla violenza della forza umanità, che dovrebbe essere governata dalla forza del diritto: Omero prevale su Virgilio. Repubblica è di popoli usciti dalla barbarie dell’egoismo e della prepotenza ed approdati alla civiltà del diritto e della solidarietà. Repubblica armonizza cittadini colla parità di diritti e di doveri e col divieto di privilegi, di diversità e di squilibri, inconcepibili in teoria e pericolosi nella pratica. Repubblica è regolata da costituzione accettata almeno da maggioranza. La Costituzione della Repubblica Italiana vuole i cittadini tutti lavoratori produttivi e quindi tutti mediamente di alta istruzione per poter accedere a qualsiasi settore con qualsiasi funzione. Cittadini pari nel diritto e nel servizio e non divisi da censo e da titoli. Benessere di cittadini assicura possibilità e prontezza di repubblica nel rispondere ad esigenze di comunità, perciò salus publica suprema lex. La Costituzione non fu divulgata e non fu praticata come si sarebbe dovuto, perché a qualcuno od a più di qualcuno forse faceva comodo che il Popolo, pur sovrano, continuasse a comportarsi da suddito: politica è stata tutto ed il contrario di tutto, ma mai al servizio della cittadinanza, e spesso, molto spesso, lontana dall’iter virtuoso, come dimostrano i risultati ora diventati drammatici per un popolo, che, per trattare da signori i suoi servitori, ricorre alla Caritas. Buona politica è buon servizio alla comunità e buon servizio richiede buoni costi: buona politica indirizza ad ottima produttività la comunità, che con piacere e senza difficoltà provvede a coprire quei buoni costi. La politica italiana continua a trascurare scuola e ricerca e ad offrire servizi tanto scadenti da incorrere in vistose sanzioni del governo europeo. Tutti si vantano migliori, grandi e divi, eppure tutti sono bocciati dai fatti: hanno propagandato felicità senza costi e diffuso pretese di sapere e poter fare tutto senza studio, però col tempo raccogliendo chiusure di aziende e disoccupazione, che, come nell’immediato dopo guerra trova sfogo specie in Germania: migliori, grandi e divi nostrani non promuovono e non indirizzano imprese, che anzi chiudono ed emigrano, e non professionalizzano maestranze, soprattutto per lavoro autonomo, ma, incensati, signoreggiano da prima pagina.

Nunziante Minichiello

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