RENOIR, LE VIE EN PEINTURE

Si è aperta ieri, 15 settembre 2012, a Pavia la mostra “Renoir. La vie en peinture”. L’esposizione, a cura di Philippe Cros, – attraverso una selezione di dipinti, pastelli e disegni – ripercorrerà la carriera del grande Maestro francese mettendo in evidenza il ruolo dell’artista nella storia dell’arte moderna. Il pubblico avrà la possibilità di ammirare importanti lavori, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, provenienti da prestigiose realtà museali internazionali tra cui la National Gallery of Art di Washington, il Columbus Museum of Art (Ohio), il Centre Pompidou di Parigi e il Palais des Beaux Arts di Lille.

Durante il suo percorso artistico, durato circa sessant’anni, Renoir realizzò un numero sorprendente di quadri: oltre cinquemila, ovvero l’equivalente delle opere di Manet, Cézanne e Degas messe insieme. Conosciuto dal grande pubblico come uno dei fondatori dell’Impressionismo, in realtà Renoir non può essere considerato un artista totalmente devoto ad un’unica corrente e ad un unico stile ma piuttosto alla rappresentazione e celebrazione della bellezza, elemento costante in tutta la sua produzione artistica.

L’umanità e il calore dei personaggi, i colori vibranti che conferiscono ai suoi paesaggi e alle nature morte una tattilità e sensorialità senza pari, comunicano sentimenti di vitalità e pienezza e connotano il percorso del maestro, al di là delle differenti declinazioni di stile, come quello del pittore della “joie de vivre”. Nel corso del suo periodo impressionista, che va dal 1870 al 1882, Renoir riuscì a contraddistinguersi all’interno della corrente per il ruolo centrale attribuito alla figura umana. Se per gli altri artisti impressionisti il protagonista indiscusso era il paesaggio in cui l’individuo giocava un ruolo decisamente marginale, per Renoir l’aspetto umano diventa invece l’elemento principale dell’opera.

Renoir celebrò sempre la bellezza femminile, riferendosi ai maestri rococò e ponendosi come ideale continuatore della tradizione francese dell’Età dei Lumi. Così nei ritratti come Jeune femme au chapeau noir, il volto della ragazza, dipinto con estrema delicatezza, pur sembrando all’apparenza quello di una bambola di porcellana, diviene estremamente umano per la rilassatezza dell’atteggiamento e la carica dello sguardo, quasi come se il momento fosse vissuto come un amichevole tête-à-tête piuttosto che una seduta di posa.

Durante la realizzazione dei ritratti Renoir cercava infatti di instaurare un rapporto di complicità con le sue modelle in modo da far emergere la loro natura più intima come in Madame Henriot en costume che raffigura una delle modelle preferite dall’artista. Attraverso uno straordinario gioco di colori riflessi, Renoir riesce a far emergere dalla tela tutta l’innocenza e la fragilità di una donna agli esordi della sua carriera teatrale. Anche in Portrait de Claude Monet, omaggio al collega e amico, Renoir riesce a rendere viva la tela attraverso una serie di piccoli tocchi di colore giustapposti che donano un aspetto vibrante al volto del pittore. Tutta l’intensità della vita emerge poi dai suggestivi paesaggi, alcuni tipicamente impressionisti, come Picking Flowers, in cui è rappresentata una coppia in una bella giornata d’estate: il campo di fiori è reso attraverso un luccichio di tocchi di colori che riescono persino a rendere l’atmosfera quasi polverosa dell’afa estiva.

Les collettes (1908) è dedicato invece alla campagna intorno alla bellissima tenuta – una casa colonica del XIX secolo immersa in un bosco centenario e in un aranceto – a Cagne-sur-Mer che il pittore acquistò nel 1907. La separazione sistematica dei toni di colore fa intuire che ci troviamo davanti ad un’opera dell’ultimo periodo artistico di Renoir, dopo l’abbandono della tecnica cromatica impressionista. La presenza costante della figura umana, due donne intente a raccogliere fiori o frutta, conferma di nuovo la centralità del ruolo dell’individuo, quasi come se la natura senza l’individuo perdesse di significato. L’affascinante paesaggio circostante la tenuta di Collettes fu motivo di ispirazione per molte delle sue opere mature, come dimostra anche Paysage de Cagne: la luce violenta del cielo della Provenza inonda un paesaggio perfettamente definito da differenti sfumature di colore.

La mostra presenta inoltre una serie di nature morte, genere di pittura che la corrente impressionista rivaluta con un nuovo concetto di sperimentazione di forme e colori. In Natura morta con mele (1905) e Roses, dipinto da Renoir nel 1915 in occasione della morte della moglie – “un mazzo di rose per dimenticare il dolore” – gli oggetti rappresentati sono tutt’altro che immobili o silenziosi ma sembrano quasi animati, dotati di una vita propria.

Per tutta la durata dell’esposizione, che si concluderà il 16 dicembre 2012, originali e creative attività didattiche e laboratoriali permetteranno ai più piccoli di entrare in contatto con uno dei più coinvolgenti movimenti della storia dell’arte. Anche gli adulti, attraverso uno speciale programma di visite guidate, potranno indagare l’evoluzione e la varietà della produzione artistica di Renoir. La mostra “Renoir. La vie en peinture” testimonia, ancora una volta, l’impegno del programma di valorizzazione delle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia che dal 2008 Alef- cultural project management ha ideato e portato avanti in collaborazione con il Comune di Pavia e la Provincia di Pavia.

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