Dress Code… Da lavoro

Salvatore Ferragamo Autunno/Inverno 13-14
Salvatore Ferragamo Autunno/Inverno 13-14

Chini sulla scrivania, ore ed ore davanti al pc, magari accavallando le gambe, curvando un po’ la schiena, strizzando gli occhi provati dalla luce del monitor. Oppure ore lavorative passate in piedi, in molti casi anche con una divisa, e se si lavora in qualche boutique di lusso delle vie più eleganti, anche con qualche tailleur con tanto di griffe. Passiamo la maggior parte delle nostre giornate al lavoro, eppure c’è sempre il dubbio che la professionalità, l’attenzione e anche le fatiche non vestano sempre con un certo buon gusto. “L’abito non fa il monaco” professa l’antico proverbio. Eppure sul lavoro l’abito, ahimè, risulta essere un biglietto da visita, il primo sguardo di chi ha davanti l’interlocutore, un colpo d’occhio di pochi secondi tutto legato all’immagine. Eppure non è facile scegliere l’abbigliamento giusto ed essere sempre in linea con la professionalità e l’impegno senza essere né “troppo” né “troppo poco”. Molte donne per esempio, puntano sulla femminilità, esaltata da abiti adatti magari a un aperitivo o a una serata “fuori dall’ufficio” , scambiata, spesso (troppo spesso) per uno stile.

Ognuno è libero di vestirsi come meglio pare-  e su questo non c’è dubbio -, ma gonne troppo corte, scollature troppo profonde o Make Up molto accentuato rischiano di creare da una parte tensione verso chi si approccia a livello professionale,  dall’altra parte dubbi, magari infondati, sul ruolo di chi si ha davanti. “Non c’è nulla di più chic della semplicità” sosteneva convinta Coco Chanel che nella sua rivoluzione stilistica era intenzionata, prima ancora di creare una collezione di abiti, a  “liberare” la donna dagli eccessi costruendo abiti per “lavoratrici”, donne impegnate, donne con la testa. Le business woman di oggi, praticamente. “Donne semplici e raffinate”potrebbe essere l’estensione del pensiero di Mademoiselle Chanel, dove la ricercatezza e l’eleganza non sta nel mostrare a tutti i costi sul posto di lavoro, piuttosto nell’esaltare le proprie qualità fisiche -e mentali – con abiti che diano la sensazione di una persona attenta al look ma non pronta per fare una sfilata, grintosa ma non aggressiva, serenamente a proprio agio con quello che indossa. Il bianco e nero sono sicuramente tra gli abbinamenti più gettonati, soprattutto se il top o la blusa candida ha un taglio ricercato ma non troppo d’avanguardia, praticamente “sartoriale” (che poi fa rima anche con professionale). Nero per i pantaloni, anche nella versione jeans, nero anche per le gonne (intendiamo sul ginocchio o tailleur), calze si, ma che siano coprenti, quasi come una seconda pelle oscura che  veste, con grazia, la sinuosità delle gambe. Questo gioco di semplicità, nelle forme, nei tagli e anche nei colori non risulta per nulla piatto, anzi: non solo mette in risalto la bellezza di una testa, prima ancora che di un corpo, ma in realtà contribuisce a creare un’immagine di donna forte e sicura senza la necessità di mostrarsi (almeno fisicamente). Tutto ciò in realtà ha anche un piccolo segreto: questo essere così velate e professionali dietro a una scrivania, dietro un bancone, in piedi in un negozio o in qualsiasi altro posto vi troviate per lavoro, vi rende incredibilmente belle: il fascino delle vere donne, per chi punta a una bellezza “completa”.

Ornella Fontana

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