L’ansia dei genitori sempre presenti danneggia i figli: ecco perché

Una volta la chiamavano ‘mamma chioccia’, oggi la parola chiave è ‘genitori elicottero’, cioè sempre presenti. Questo termine si è esteso anche alla figura paterna che ha perso la sua funzione tipicamente patriarcale e non ha più punti di riferimento precisi, netti, definiti. Questa espressione è stato coniata da uno studio che – realizzato da un team di studiosi su 422 bambini sino agli otto anni di età – è uscito sulla rivista Developmental Psychology. La ricerca descrive questi genitori come talmente presenti da mettere a rischio lo sviluppo delle capacità emotive e cognitive dei figli con un peggioramento delle prestazioni scolastiche a partire dai dieci anni di età e difficoltà nelle relazioni sociali.

Ora, è scattato da qualche anno il contrordine da parte della psicologia infantile che suggerisce di ‘allentare la presa’ dopo decenni di accuse verso i genitori spesso assenti, considerati come gli unici artefici dei disagi dei figli, suscitando sensi di colpa e frustrazione, con il risultato che mamma e papà hanno perso di naturalezza e allora è sempre più facile vedere madri e padri disorientati, inerti, incapaci di reagire alle richieste spesso eccessive della società.

I genitori in realtà non hanno bisogno di grandi insegnamenti perché è tutto scritto nel loro DNA eppure faticano a ritrovare naturalezza e semplicità. Guardiamo gli altri mammiferi. Nessuno insegna alla mamma come allevare il proprio cucciolo, lo fa e basta, poi istintivamente, senza sforzo, lo lascia andare perché sa che la vita deve fare il suo corso e i pericoli sono una parte importante del processo evolutivo. Per i Taoisti l’essere umano è come un fiume che scorre e, di conseguenza, è come l’acqua che, pur incontrando ostacoli e barriere, sa essere flessibile.

Ciò che manca a questa società non sono le regole né i valori bensì la flessibilità, cioè la capacità di adattarsi agli eventi senza volerli cambiare o ostacolare con la forza. Faccio un esempio: dagli anni Sessanta in poi si è detto alle donne che l’allattamento artificiale era l’unica via percorribile dimenticando che per millenni gli essere umani sono cresciuti grazie al seno di una donna. Oggi arriva un altro contrordine che invita le neomamme ad allattare i bambini in modo naturale e a richiesta, senza orari precisi. Non si tiene, però, conto che nel frattempo le donne sono cambiate e che la società si è strutturata in modo diverso.

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Le persone non sono delle marionette e le esperienze che facciamo restano impresse nel nostro DNA affinché possiamo tramandarle ai posteri. La scienza si evolve e con essa di pari passo anche la collettività. Non dimentichiamolo. Oggi molte sono le donne che, dopo sei mesi, devono rientrare a lavoro e per fortuna direi… dato che non è giusto costringere un essere umano ad identificarsi per anni solo in un unico ruolo. Noi non siamo mai una cosa sola. Se la mamma perde gli altri volti della donna, che vive in lei, automaticamente si predispone alla sofferenza e spesso alla depressione.

genitori sempre presenti

La mia ricetta è, dunque, una sola pur essendo consapevole che non esiste un cocktail perfetto. Penso che bisogna trovare dentro di sé la propria strada, perché ritengo che ciascuno è diverso e che i malesseri interiori e fisici siano la spia di disagi molto più grandi. Ascoltare il nostro corpo rimanendo nel presente, nel qui ed ora, dimenticando il passato e senza proiettarsi nel futuro, è la via migliore per il benessere di tutta la famiglia.

I bambini percepiscono paura e disorientamento ma il timore di sbagliare non va scacciato; al contrario va ascoltato e non giudicato perché vuole raccontarci qualcosa di importante e di vitale per noi. E` indispensabile interiorizzare questo concetto: vivere nella paura è controproducente perché questa emozione, se non incanalata, crea ansia nei genitori e di conseguenza anche nei figli. La paura cronica, che non ci abbandona mai, nasce in genere dal perfezionismo.

Ma ricordatevi: non esiste un modello di riferimento perché la perfezione non è di questo mondo. Quando vi atteggiate a mamma e papà perfetti, sempre presenti, il rischio di un malessere collettivo familiare è quadruplicato. Al contrario è importante ascoltare la paura e lasciarla defluire proprio come il fiume che scorre. Ciascuno è diverso eppure questo tentativo infame di omologarci ci rende insicuri di fronte a momenti dell’esistenza naturali che hanno caratterizzato l’Uomo per millenni e che, quindi, dovrebbero essere vissuti nel modo più naturale possibile…

Dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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