The outsider: recensione della serie tv di Stephen King

L’outsider è colui che esce dagli schemi precostituiti. Costui dà una lettura, spesso, diversa di ciò che accade andando oltre i pregiudizi e lo spazio conosciuto. L’outsider serve all’umanità come l’ossigeno. Ma bisogna essere un po’ folli per andare oltre, perché alla fine la paura di essere scacciati dal branco pervade l’essere umano sin da quando è in fasce. Eppure c’è qualcuno che si spinge oltre, come ci insegna Stephen King nel suo libro The outsider, che è diventato anche una serie televisiva du HBO, andata in onda in Italia fino al 16 marzo 2020 su Sky Atlantic.

the outsider

Qui trovi il romanzo di Stephen Kind da cui è tratta la serie

The outsider: recensione (podcast in calce)

Stephen King, con Richard Price, crea un prodotto avvincente. Suddivisa in dieci episodi, The outsider è una serie televisiva ricca di simboli e metafore che parla all’uomo e alla donna di oggi facendoci riflettere non sul senso della giustizia bensì sull’eterna dialettica tra ragione e intuito.  

La macchina da presa si muove abile in una piccola cittadina degli Stati Uniti, dove si consuma un efferato omicidio ai danni di Frankie Peterson, un ragazzino di undici anni. In un primo momento le prove sembrano inchiodare l’allenatore e tranquillo padre di famiglia, Terry Maitland (Jason Bateman), eppure c’è qualcosa di oscuro che sfugge all’occhio allenato del detective, Ralph Anderson (Ben Mendelsohn), già provato dalla morte del figlio.

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Le cose si complicano per la polizia (non posso dire altro per non fare spoiler) che è così costretta a contattare Holly Gibney (Cynthia Erivo), una strana investigatrice dal passato tormentato. Il razionale Ralph e l’intuitiva Holly indagheranno su questa forza misteriosa che annichilisce gli individui coinvolti e che, per sopravvivere si diffonde da persona a persona, proprio come un virus o come il panico, che – come scrive lo stesso Stephen King – è estremamente contagioso.

Nel complesso The Outsider è una buona serie tv che verso il finale purtroppo perde un po’ l’incisività e il ritmo delle prime puntate. (Marica Movie and Books)

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