Migaso: “Anche la lingua italiana è rock”

Migaso © P.M. Croquet
Migaso © P.M. Croquet

Migaso è il frontman del gruppo francese Migaso & i Briganti. Nato a Parigi, con origini calabresi, Migaso e la sua band stanno riscuotendo molto successo con l’album intitolato “Luminescenza” ed il loro rock elettronico cantato in italiano. Sempre pronto a stupire il pubblico con effetti speciali, Migaso racconta la musica del suo gruppo e la sua vita a metà strada tra Italia e Francia.

Migaso, sei francese di nascita ma di origini calabresi. Quale è la tua storia musicale?

Ho suonato a suonare tardi verso i 19/20 anni a causa di un infortunio al ginocchio, poi conobbi un ragazzino di 15 anni che mi insegnò a suonare il blues e da lì e nata una passione che non ho più abbandonato. “Luminescenza” è il mio secondo album, che ho costruito insieme ai Briganti, ed è l’inizio di una nuova avventura.

Che riscontro e quali esperienze stanno forgiando la vostra esperienza in terra francese ?

In Francia il nostro percorso è stato abbastanza complesso: « Sei pazzo a cantare in italiano», mi dicevano, ma io sono attaccatissimo alle mie origini e, anche se ho vissuto un periodo molto complicato, oggi io ed il mio gruppo siamo visti come ambasciatori della lingua italiana in Francia. Siamo portatori di freschezza nel panorama sonoro d’oltralpe con il nostro stile atipico.

migaso e i brigantiChi sono i Briganti?

I Briganti sono dei personaggi apparsi sempre in momenti difficili, io li vedo un po’ come dei Robin Hood della musica, siamo Briganti contemporanei portatori di cultura musicale e di espressione in note. Abbiamo iniziato la nostra avventura nel 2004, abbiamo seguito un percorso artistico seguendo il forte feeling che ci accomuna nonostante il fatto che veniamo da ascolti musicali molto diversi.

Chitarre distorte, ritmi incalzanti, testi arrabbiati. Cosa racchiude l’album “Luminescenza”?

La “Luminescenza” è  un fenomeno chimico che avviene quando la materia viene colpita da un’ onda sonora, in questo senso gli uomini sono la materia su cui dobbiamo lavorare per lasciar fuoriuscire nuova linfa creativa. Il brano “Luminescenza” racchiude tutto l’album, pur essendo nato per ultimo.

Come vedi la coesistenza tra il rock e la lingua italiana?

Per tanta gente si tratta di due generi assolutamente incompatibili invece qui stiamo ricevendo un feedback più che positivo. Per noi il rock è uno spirito, un tipo di approccio alla musica che lascia passare idee di libertà in modo più forte, un caos sonoro. Con l’uso della lingua italiana è stato molto più difficile rendere questo spirito perché si tratta di una lingua piuttosto melodica, tendente al pop, ecco perché abbiamo scelto alcune declinazioni più vicine all’elettronica. Se a ciò si aggiunge il fatto che io sono un grande fan di grandi cantautori italiani come Lucio Battisti e Mia Martini il discorso si completa da sé. In ogni caso il nostro obiettivo è dimostrare che anche in Italia si sa fare rock.

Di cosa parla il brano “La libertà non ha prezzo”?

Si tratta di una metafora della società contemporanea.

A cosa state lavorando oggi e cosa hai in mente per il futuro?

Sto iniziando a pensare ad un nuovo album e ad un nuovo video per “Luminescenza”. Sono stato fortunato a nascere a Parigi: qui c’è una naturale propensione allo scambio culturale, mi trovo spesso a condividere il mio background culturale con diversi esponenti di altri mondi musicali e culturali. Il risultato è un arcobaleno di emozioni. Infine, per quanto riguarda il discorso legati ai live, torneremo in Italia il prossimo 5 febbraio per un concerto al Circolo degli Artisti di Roma.

Raffaella Sbrescia

Video: “La libertà non ha prezzo”

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