Gli Infedeli: recensione. Mordini gira un film dal retrogusto amaro

E’ tra i film più visti di Netflix. ‘Gli infedeli’ di Stefano Mordini piace e convince. Ecco la recensione del film e la trama.

Gli infedeli: recensione

Chi mi conosce sa quanto siano importanti le parole per me e quanto interesse nutra per l’analisi psicologica dei personaggi. E allora, nel recensire Gli Infedeli, il film di Stefano Mordini che potete vedere su Netflix, voglio partire proprio dalla parola che dà il titolo alla pellicola. Si tratta nello specifico di un aggettivo, che può essere maschile e femminile, plurale o singolare, e che arriva dal latino ‘infidelis’.

Il termine ‘infedele’ si riferisce a una persona che più o meno intenzionalmente, in modo conscio o inconscio, abusa della fiducia da altri riposta in lui oppure in lei. I personaggi di questa commedia, infatti, non mantengono fede alle promesse fatte, perché spinti da pulsioni e da una certa personalità. I protagonisti de Gli infedeli sono accomunati quindi dall’arte di proferir menzogna e dal desiderio atavico di evadere da un legame matrimoniale soffocante ma anche da una visione unilaterale delle donne, che sono considerate come meri oggetti sessuali e non come anime pensanti, fatte di cuore e di cervello.

Un film che esce dagli stereotipi

«Siamo donne, oltre le gambe c’è di più», cantavano Sabrina Salerno e Joe Squillo nel 1991 ma per gli uomini di questo film sembra che non sia così! Non fatevi ingannare, però, perché non si tratta di una pellicola dai risvolti moralistici. Difatti ne Gli infedeli Mordini esce dagli stereotipi sui due sessi sfruttando la bravura di Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Massimiliano Gallo, Laura Chiatti, Marina Foïs, Valentina Cervi ed Euridice Axen.

Ma qui l’infedele per antonomasia (quella figura che è ancora forte nell’immaginario collettivo) è Riccardo Scamarcio che dà il volto a due personaggi, i quali farebbero rabbrividire o sorridere anche don Mimì del Matrimonio all’italiana. Questi uomini difatti sono cinici, ipocriti, senza etica, senza vergogna e senza ritegno. Valerio Mastandrea, invece, con i suoi toni pacati e da persona perbene, dà il volto a soggetti che usano stratagemmi meno plateali per raggiungere sempre lo stesso obiettivo: il sesso!

Gli infedeli Mordini

Tempi comici perfetti

Stefano Mordini gira un film intelligente, raffinato e dai tempi comici perfetti che diverte lasciando un retrogusto amaro. L’universo maschile viene così scandagliato, e per certi versi deriso con tutte le sue antinomie.

La struttura ad incastri conferisce poi originalità e dinamismo al film, che è un remake di una commedia francese. Così un personaggio cede il passo all’altro seguendo il fil rouge del tradimento e di una seduzione superata che a volte rasenta il ridicolo. E le donne? O sono vittime o sono comparse o sono mogli, che hanno rinunciato alla libido, o sono anche loro stesse traditrici. Ma l’immagine che si dà del femminile non è affatto patinata.

Insomma, si tratta di film riuscito ed inaspettato con la sua ottima sceneggiatura che è stata scritta a quattro mani dallo stesso Stefano Mordini e da Filippo Bologna, tra gli autori anche di Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese. Superlativo è inoltre il montaggio di Massimo Fiocchi che contribuisce a conferire ai personaggi le rispettive caratteristiche accompagnandoli nei passi e nelle parole! Maria Ianniciello

Questa recensione è stata scritta il 17 luglio 2020 ed è stata aggiornata il 30 giugno 2022, alle 10.42

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