UN VOYAGE À RÉSIA

Highlights 2002/2012, la manifestazione che celebra il decennale dell’Associazione Musicale Sergio Gaggia di Cividale del Friuli (Treviso) presieduta dal maestro Andrea Rucli, avrà quale momento centrale la presentazione del volume Un Voyage à Résia – Il manoscritto di Ella Adaïewsky del 1883 e la nascita dell’etnomusicologia in Europa, appena pubblicato dalla prestigiosa casa editrice lucchese L.I.M.. L’opera sarà illustrata nell’incontro pubblico che si terrà giovedì 20 dicembre 2012 alle ore 17 nel Salone di Palazzo Belgrado, sede della Provincia di Udine. Saranno presenti il presidente della Provincia Pietro Fontanini, l’assessore Elena Lizzi e il sindaco di Resia Sergio Chinese. Interverranno Febo Guizzi, ordinario di Etnomusicologia all’Università di Torino, il prof. Giuseppe Frappa e Umberto Berti, che hanno collaborato alla realizzazione del libro. Fra gli altri massimi specialisti del settore che hanno contribuito con saggi introduttivi o critici vi sono Quirino Principe, Maurizio Agamennone, Liliana Spinozzi Monai.

La pubblicazione del manoscritto Adaïewsky, con il testo originale francese e la traduzione italiana, era un evento molto atteso dopo che Elsa Geiger, figlia di Benno Geiger, nipote prediletto di Ella, aveva ritrovato e regalato nel settembre 2009 al prof. Principe – già attento depositario del percorso esistenziale e letterario di Benno, indissolubilmente legato a quello della zia –, il corposo volume manoscritto in cui la compositrice, pianista e musicologa russa aveva annotato in modo scientifico testi e musiche di canti e danze della minoranza etnica della Val Resia. Risultato della sua passione e dei suoi studi sulla musica popolare, il manoscritto Un voyage à Résia era verosimilmente la bozza per una pubblicazione (mai avvenuta) specifica sui suoi viaggi in Val Resia. In esso si trovano le sue trascrizioni dei canti e dei pezzi strumentali, tutta la sua ardita teoria armonica e ritmica, le sue ipotesi sulle possibili derivazioni della tradizione resiana, non ultima una filiazione carsica e dal canto greco antico. Il tutto con numerose descrizioni liriche ”in diretta” del magico mondo della valle di 130 anni fa.

La Val Resia è stata da sempre considerata in Friuli un’isola linguistica di estremo interesse e con tradizioni musico-coreutiche assolutamente peculiari, una perla da conservare e tramandare con tutto l’impegno possibile. La conoscenza dei canti, delle danze, dei costumi e delle tradizioni resiane del XIX secolo risulta pertanto fondamentale per lo studio e la comparazione con l’attuale folclore musicale resiano. Non a caso il recupero dell’opera congiunge, nei saluti del libro, Regione, Provincia, Comunità Montana, Comune di Resia e Associazioni culturali resiane.

Il volume si annuncia però soprattutto come una autentica nuova pietra miliare nel campo dell’etnomusicologia. Come sottolinea Guido Zaccagnini nel suo saggio introduttivo, è importante apprezzarne «lo stupefacente dato pionieristico» (la nascita dell’etnomusicologia è convenzionalmente fissata al 1884, un anno dopo le prime esplorazioni della Adaïewski), ma sono specialmente «l’attendibilità, la quantità e la valenza dei materiali documentari contenuti nelle pagine di questo libro» a valere alla studiosa «quel definitivo riconoscimento di cui le storie della musica e dell’etnomusicologia le sono ancora debitrici».

Nata a San Pietroburgo nel 1846, Ella von Shultz Adaïewsky visse a Venezia per 25 anni, a cavallo tra XIX e XX secolo, e trascorse a Tarcento circa venti estati. In Friuli ebbe modo di incontrare il gotha dell’intellighenzia locale – personalità quali Carlo Podrecca, Giuseppina Antonini Perusini, Olga Craigher in Gabrici, Giovanni Marinelli, il professor Chiarini – insieme ad altre personalità della cultura italiana ed europea, fra cui il linguista polacco Jan Baudouin de Courtenay, che vi soggiornavano. Come i recenti studi dell’Associazione Gaggia hanno ampiamente messo in luce, Adaïewsky fu una donna davvero straordinaria. Principe la presenta «musicista di altissima classe, pianista capace di percorrere con sicurezza da dominatrice il lascito strumentale più arduo, compositrice di rara cultura e di signorile versatilità, e infine musicologa ed etnomusicologa probabilmente unica nel suo genere in tutta la storia d’Europa». Agamennone ne sottolinea la «personalità singolare e precorritrice, nell’Europa della belle époque», definendola addirittura una «europeista» ante litteram, «consapevole che l’Europa stessa non finisce sul limes danubiano, né, tanto meno, su quello renano, ma si estende ad abbracciare popolazioni, lingue e culture, che ancora oggi appaiono relegate ai margini di un lento, deludente e faticosissimo processo comunitario…».

Con questo sforzo editoriale l’Associazione Gaggia corona un settennale impegno di ricerca, approfondimento e riproposta di musiche e scritti di Ella Adaïewsky: un lavoro paziente e capillare, apprezzato e offerto più volte nei suoi stadi di avanzamento da Radio 3 Suite, sulla terza rete radiofonica Rai, e dai massimi organi della stampa specializzata.

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