Tu non sei Dio, il libro di Andrea Colamedici e Maura Gancitano

Recensione di Tu non sei Dio di Andrea Colamedici e Maura Gancitano

“(…) E’ imparando a discernere, a usare le diverse parti di noi, quindi anche quella intellettuale, che possiamo apprendere qualcosa sui mondi invisibili. Non lanciandoci senza paracadute, non abbandonandoci senza pensiero, ma usando in modo opportuno l’intelligenza. Intelligenza ordinaria quando abbiamo a che fare con le questioni ordinarie, intelligenza esoterica quando abbiamo a che fare con questioni esoteriche (…)”. Tu non sei Dio, Andrea Colamedici e Maura Gancitano

‘Tu non sei Dio. Fenomenologia della Spiritualità contemporanea’ di Maura Gancitano e Andrea Colamedici (edizioni Tlon. Lo trovi qui) è un libro che avevo più volte visto negli store online ma che per diversi motivi non avevo ancora letto. Fino a due giorni fa.

Mi interessava molto il pensiero sulla spiritualità contemporanea di due persone che fanno divulgazione filosofica in Italia in modo accurato. Entrambi filosofi e autori di diversi libri, Colamedici e Gancitano hanno ideato il progetto Tlon che è anche una casa editrice.

La mia esperienza col Pensiero positivo

La mia attenzione in modo particolare per il Pensiero positivo e per la Legge d’attrazione è nata nel post laurea, quando ero molto disorientata sul mio futuro professionale e umano. Nel 2009 lessi il bestseller ‘The Secret’ di Rhonda Byrne e con esso tutta una serie di pubblicazioni che mi condussero ad altri libri e a corsi. Fu l’inizio di un percorso molto articolato che però per me risultò non solo insoddisfacente ma anche controproducente perché questi libri non curarono né placarono la mia sete di sapere ma soprattutto perché mi costrinsero a rinnegare tutto quel lato di me che poi era la mia forza. Quel tipo di filosofia (se così si può chiamare), che mescolava più idee e discipline, compresa la spiritualità, mi diceva che il successo nasceva dal pensiero unilaterale. Non stavo bene. Fingevo di essere ciò che non ero. Il dolore era un problema. La tristezza, la rabbia, il disgusto e la nostalgia erano da debellare. La motivazione non doveva nascere dalla curiosità ma dall’obiettivo che era sempre materiale.

Quando lessi che le persone negative (ovvero gli individui che provavano tristezza, rabbia, impotenza, paura…) andavano allontanate perché la mia aurea poteva essere compromessa capii che ad allontanarmi da quel modo di pensare nocivo dovevo essere io. E lo feci gradualmente, riaccostandomi alla filosofia, alla letteratura, alla psicologia e recuperando le mie radici umanistiche europee su cui si era basata la mia formazione universitaria.

Da quell’esperienza tuttavia ho imparato molto, se non altro ho recuperato il pensiero critico che avevo messo un po’ da parte per il disorientamento del post laurea e i disagi psicologici che ne conseguirono. Sì, perché come sostengono Maura Gancitano e Andrea Colamedici, in Tu non sei Dio la psicologia e la spiritualità sono due ambiti diversi che vanno mantenuti separati. Nessun santone può fare da psicologo, come ho imparato a mie spese.

Nessuna domanda, solo risposte preconfezionate

Ho voluto raccontare brevemente la mia esperienza per sostenere la tesi esposta nel libro che ha comunque dei limiti, perché, essendo un volume divulgativo, semplifica troppo concetti molto complessi, passando da Platone a Kant in poche pagine. Però questo testo è un buon punto di partenza per approfondire importanti concetti filosofici ed esistenziali. Che cos’è la spiritualità? Che cos’è il trascendente? Che cos’è la Metafisica? Come si costruisce un pensiero logico? Come nascono le idee? Come si crea una tesi e come si mette in discussione? Come si argomenta? Come e quando è nata la scissione occidentale tra mente e cuore, tra sentimento e razionalità? Il libro per ovvi motivi di divulgazione non dà risposte particolareggiate a queste domande ma ha il merito di aprirle. Il lettore e la lettrice, se vorranno esplorare, potranno partire dalle fonti citate nel volume.

La tesi del libro

In Tu non sei Dio Colamedici e Gancitano sostengono che la spiritualità contemporanea occidentale sia fast e low cost. Ritengono inoltre che sul bisogno di spiritualità dell’Occidente sia stato costruito un business che mira a creare proseliti per un ritorno economico ma che non soddisfa davvero il bisogno di partenza o almeno lo fa solo un po’, ad uno stato embrionale e con un fine materialistico.

“(…) La spiritualità contemporanea offre come unico strumento l’idea che “Tu sei Dio” e i lupi non verranno da te, e così alimenta la presunzione e l’arroganza del minuscolo essere umano che crede di essere più potente della Natura (…)”

Dio è visto come un fornitore che elargisce beni materiali e benessere su richiesta

Secondo i due filosofi, “l’uomo contemporaneo alle prese con la preghiera assume naturalmente un rapporto con l’Altro, e quindi col divino, simile a quello che un commerciante imposta col fornitore”. Difatti, pregando l’uomo contemporaneo – sostengono Gancitano e Colamedici – domanda qualcosa senza aver domandato a se stesso quali sono i suoi reali bisogni. Gli adepti di questo tipo di spiritualità, sempre secondo gli autori, sarebbero dunque non degli esploratori alla Indiana Jones ma dei ricercatori che vogliono aggirare la morte in pieno accordo con il ben più ordinario consumismo della società di massa. Si allontanano così l’ombra, le tenebre, le notti oscure, l’ignoto, l’imperscrutabile con l’intento di essere persone di successo superando tutti i problemi al fine di stare sempre bene. E il problema è proprio in quel SEMPRE.

Ma il percorso di trasformazione dov’è?

Il percorso che conduce alla trasformazione (la muta) dov’è? Si chiedono i due filosofi nel loro libro che racconta anche brevemente quali sono le radici storiche e filosofiche di questo mercato che, dicono, propone solo una propedeutica della spiritualità. In sintesi: leggi un libro, poi un altro ancora, segui un corso, ne segui un altro, spendendo soldi, ma senza mai arrivare allo scalino successivo. Questi corsi e libri si fermano sempre lì, non ti trasformano, né ampliano il tuo pensiero né ti aiutano a formulare le giuste domande sapendo che risposte certe potrebbero non arrivare mai perché si parte dalla consapevolezza di nulla sapere. Così tu sei sempre lì, come un cane che si morde la coda. Mentre la tua fame di conoscenza cresce e con essa forse anche la tua angoscia. Ovviamente non tutto è da demonizzare ma serve capacità di discernimento in questo settore intasato e confusionario. Maria Ianniciello

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