STORIA DI UN CORPO, LA RECENSIONE

Daniel Pennac torna a parlare ai suoi lettori con un libro basato sui sensi più che sui sentimenti. Racconta così una storia del tutto nuova, sottolineando che in fondo sentimento e sensibilità derivano entrambi dal verbo sentire.

Protagonista di “Storia di un corpo” è Lison, una donna che, di ritorno dal funerale del padre, riceve un regalo post mortem dal genitore: una pila di quaderni  contenenti la storia del suo corpo, una diario iniziato a 12 anni e terminato sei giorni prima di morire. In poco tempo Lison e il lettore si ritrovano così a leggere un racconto di una vita lunga e piena, storie di sensazioni mutevoli, sensazioni che solo uno strumento incredibile come il corpo è in grado di far provare.

Man mano che gli anni passano, man mano che il corpo cambia e le esperienze aumentano,  il registro linguistico del narratore a sua volta muta. Ogni parola è infatti semplicemente legata alla fisicità. Tutto in quest’opera è fisiologicamente mutevole. Poco importa di cosa faccia il protagonista dei diari, ci interessa però tutto ciò che egli è.

“Storia di un corpo” può essere definita anche “Storia di un riscatto”. Poche parole si dedicano solitamente al nostro involucro esterno, poche attenzioni alle nostre sensazioni fisiche. Ed è proprio su queste disattenzioni che si interroga Pennac, portando anche il suo lettore a porsi le stesse domande: cosa sarebbe un’anima senza un corpo che la tiene al mondo?

Cosa saremmo tutti noi senza un corpo che ci mantiene vivi facendoci fare esperienza del mondo stesso? Dove starebbe quell’anima di padre che anche dopo la morte sta parlando alla figlia Lison? Come si potrebbe mai esprimere se non attraverso gli occhi, le mani, la bocca e tutto ciò che il suo corpo gli ha offerto? C’è una cosa che subito viene chiarita dal padre alla figlia: «Questo diario non è il resoconto del corpo giorno per giorno, semmai il resoconto sorpresa per sorpresa».

Ancora una volta Pennac è riuscito a compiere un miracolo. In questa storia, lo scrittore non parla solo di una persona, ma dell’intera umanità. Le sensazioni del corpo sono infatti ciò che ci rendono davvero tutti uguali: orgasmi, dolori, sogni… questo rende l’uomo una creatura vulnerabile e meravigliosa. Una lettura imperdibile per chi ha ancora voglia di stupirsi, per chi vuole ripercorrere i passi del viaggio più straordinario che esista: il viaggio della vita e di tutte le sue scoperte.

Maria Rosaria Piscitelli

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