QUEL… MONDO NELLA STANZA DI EMILY DICKINSON

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Il doodle di google di oggi, 10 dicembre 2012, ci ricorda la nascita di una grande matematica, Ada Lovelace. Ma, nel calendario del passato, in questa giornata c’è un altro importantissimo compleanno da festeggiare: quello della poetessa Emily Dickinson. Il 10 dicembre del 1830 venne alla luce una delle figure più importanti di tutti i tempi, nacque infatti la poetessa statunitense che cambiò il modo di fare poesia a livello mondiale.

A suo tempo, Emily non fu molto apprezzata per le sue liriche: il suo linguaggio e il suo stile erano troppo semplici rispetto ai canoni utilizzati da tutti gli altri poeti. Il XIX secolo fu infatti, un periodo caratterizzato dalla pomposità espressiva. Le poesie della Dickinson furono quindi considerate, in un primo momento, quasi elementari. Il riscatto per la grande poetessa avvenne quattro anni dopo la sua morte. La sua prima raccolta fu pubblicata nel 1890 grazie soprattutto al meticoloso lavoro di sua sorella Lavinia. E così, mentre al teatro Costanzi di Roma si assisteva alla prima esecuzione della Cavalleria Rusticana, la Dickinson tornava a vivere attraverso i suoi scritti, emozionando un pubblico che si ritrovò ad amarla fin dal primo momento, proprio per la sua immediatezza espressiva.Lo stesso linguaggio disprezzato e considerato di secondo livello solo pochi anni prima, la portarono in poco tempo ad avere un successo incredibile, quasi inaspettato.

La schiettezza, la semplicità e la facile comprensione dei suoi versi ammaliarono e sedussero tutti. Nel giro di poco tempo furono così pubblicati altri volumi con altre sue poesie.

Per tutta la sua vita, la Dickinson preferì la fantasia al mondo reale. Scelse di scrivere del mondo piuttosto che viverlo. 1775 poesie furono trovate nella sua stanza al momento della sua morte.Tra i tanti versi, le lettere e le frasi, scegliamo per ricordarla nel giorno del suo compleanno, uno degli aforismi che più l’ha resa celebre. Una riflessione tanto semplice quanto profonda: “Prima di amare, io non ho mai vissuto pienamente.”

Ad un certo punto della sua vita, Emily decise di rinchiudersi nella sua stanza, per non uscirne più. Decise di vivere di fantasia, evitando veri e propri contatti col mondo esterno. Eppure, nonostante le sue strane scelte, nonostante il suo modo di affrontare la realtà, da ogni sua parola ecco delinearsi un’unica certezza: la Dickinson, seppur dalla sua cameretta, aveva veramente capito quale fosse il segreto della vita.

Maria Rosaria Piscitelli

 

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