Rodolfo Siviero e la sua battaglia per l’arte nel libro di Luca Scarlini

siviero contro HitlerCon il saggio “Siviero contro Hitler. La battaglia per l’arte”, edito da Skira, Luca Scarlini presenta al lettore la figura di Rodolfo Siviero, spia ed esperto d’arte.

Uomo dalla personalità a lungo discussa, Siviero ha però fornito un contributo notevole per la salvaguardia e per il recupero di molte opere sottratte dai nazisti ai Paesi occupati nel corso della Seconda guerra mondiale. Tra gli obiettivi del regime tedesco, infatti, vi era anche quello di rendere la Germania l’unica depositaria delle bellezze artistiche europee. Scarlini, attraverso un quadro narrativo dettagliato, soprattutto dal punto di vista storico e artistico-culturale, descrive il desiderio sfrenato di Hitler e soci di accaparrarsi quante più opere d’arte possibili.

Il Fhürer, dopo aver tentato invano di diventare un artista (nel 1907 non era stato accettato dall’Accademia di belle arti di Vienna), voleva erigere a Linz un museo che, nei suoi progetti, sarebbe dovuto essere il più grande del Mondo. Parallelamente, alcuni suoi collaboratori cercavano di arricchire il patrimonio artistico del Paese: Hermann Göring, numero due del Terzo Reich, aveva creato il Carinhall, un vero e proprio tempio del lusso, mentre Heinrich Himmler era un cultore di reperti simbolici e mistici volti a celebrare il mito dell’arianità, la sua ossessione.

In questo contesto si inseriva Siviero, inizialmente spia del regime fascista e poi partigiano della Resistenza italiana, contraddistintosi per l’intensa attività di controspionaggio al fine di tutelare i beni artistici del Bel Paese. Numeroso e sorprendente è infatti l’elenco delle opere recuperate dall’uomo grazie alla collaborazione di Pasquale Rotondi, docente di storia dell’arte e Sovrintendente alle Belle Arti di Pesaro e Urbino, del Cardinal Montini, il futuro Papa Paolo VI, di Palma Bucarelli, storica direttrice e Sovrintendente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dal 1942 al 1975, di Rose Vallard che presidiava il Jeu de Paume di Parigi e di molte altre persone.

Scarlini ci presenta questo “007 dell’arte” come un uomo ambizioso e appassionato, fortemente determinato nel perseguire i propri obiettivi: il fulcro della sua attività era niente meno che la splendida città di Firenze, ma Siviero possedeva una fittissima rete di contatti non solo in Italia e in Gemania, bensì anche in altre nazioni, persino quelle non coinvolte nel conflitto; con forza ed energie inesauribili, era in grado di organizzare fughe e salvataggi incredibili e all’insegna dell’avventura. La casa di Siviero, ubicata nella città medicea, è oggi divenuta un museo che raccoglie le opere da lui collezionate nel corso della sua esistenza. L’esposizione e i beni artistici ivi ospitati sono curati e gestiti dalla Regione Toscana.

Chiara Bernasconi

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