IL GRANDE CALCIO MILANESE A PALAZZO REALE

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Milano 1963. Mercoledì 22 maggio il Milan di Rocco vince nello stadio di Wembley la prima coppa dei Campioni della storia del calcio italiano. Quattro giorni più tardi, domenica 26, Helenio Herrera festeggia a San Siro il suo primo scudetto alla guida dell’Inter. Per celebrare quell’anno che vide per la prima volta Milano capitale del calcio d’Europa (in attesa, l’anno successivo, di scalare con l’Inter la vetta del mondo), Palazzo Reale apre le sue sale a Helenio Herrera e Nereo Rocco, cui faranno da sfondo il tessuto culturale della città di quegli anni e le altre grandi rivalità dell’epoca.

«Ricostruendo le biografie straordinarie di Nereo Rocco ed Helenio Herrera, Milano rende omaggio ai protagonisti di un dualismo sportivo e sociale che ha coinvolto generazioni di milanesi e di italiani, e che ha portato la sua eco anche all’estero – ha dichiarato l’assessore alla Cultura, Stefano Boeri -. Nel 1963 infatti, grazie anche ai due grandi allenatori, Milano entrava a far parte del firmamento calcistico internazionale. Quelle di Rocco ed Herrera erano due personalità diversissime eppure accomunate da una grande semplicità di approccio e intelligenza creativa. Un dualismo tra eccellenze che appartiene all’anima profonda di Milano, così come quello tra Celentano e Jannacci, la Callas e la Tebaldi, tra la Torre Velasca e il Pirellone, o tra due aziende storiche come Motta e Alemagna. Celebrando a 50 anni di distanza Rocco ed Herrera a Palazzo Reale – ha concluso l’assessore Boeri –, Milano vuole sottolineare i legami strettissimi tra un calcio ancora lontano dagli eccessi finanziari e mediatici e i valori culturali di una città che ha fatto della generosità e dell’inventiva i suoi tratti distintivi». Nasce nel maggio del ‘63 la Leggenda del Mago e del Paròn, due straordinari personaggi che mutarono per sempre il costume calcistico italiano e mondiale; e “La Leggenda del Mago e del Paròn” è anche il titolo della mostra che Milano ospiterà nelle sale di Palazzo Reale a partire da maggio 2013, a cura di Gigi Garanzini. Il percorso espositivo partirà da quell’anno magico, per poi snodarsi attraverso le mille suggestioni ispirate alla carriera del Mago e del Paròn. E sottolinearne, in particolare, la biodiversità. Rocco che parlava solo in triestino, divideva il suo tempo tra spogliatoio e osteria, era di robusto appetito e di ancor più pronta beva, dava del tu ai giocatori e si cambiava in mezzo a loro. Herrera che di lingue ne parlava quattro, era vegetariano, astemio, praticava lo yoga, dava a tutti del lei e non accorciava mai le distanze gerarchiche. Due modi opposti di interpretare il calcio e la vita. Due vie ugualmente vincenti per entrare nella storia del pallone e del costume.

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