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Alan Cohen: Perché la tua vita fa schifo e cosa puoi farci

perche-la-tua-vita-fa-schifo-e-cosa-puoi-farciCi sono giorni in cui ci sentiamo allegri, motivati, ricchi di buoni propositi; altri giorni invece siamo a terra e ci focalizziamo su tutti gli aspetti negativi della nostra vita. In questi istanti ricordiamo i momenti passati o rimpiangendoli oppure rinnegandoli. Oscilliamo, come un pendolo, dall’euforia alla noia e viceversa, senza mai trovare stabilità. In questa moltitudine di persone – che adottano l’atteggiamento appena descritto, spesso inconsapevolmente – c’è un gruppo d’individui (pochi per la verità) che vedono il bello in ogni cosa e, con autenticità, creano anziché imitare la massa. Questi soggetti, per me, sono i folli, gli anticonformisti, i puri di cuore. Ma perché la maggioranza delle persone si lascia vivere? Alan Cohen nel suo libro “Perché la tua vita fa schifo e cosa puoi farci” (My Life edizioni) scrive che ci snaturiamo ogni volta che rendiamo qualcuno o qualcosa più importante di noi. Cedendo il nostro potere al denaro, al successo, alle case, al lavoro, alle medicine, alle persone che amiamo ecc., dipendiamo totalmente da loro e rendiamo la nostra esistenza misera e insignificante.

Nessuno è più capace di noi. Potenzialmente siamo tutti sullo stesso piano. Dobbiamo solo scoprire qual è il nostro cammino.

Al contrario ci hanno insegnato a credere che gli altri siano migliori di noi e a compiacerci quasi del dolore, perché – ci hanno detto – solo attraverso la sofferenza riusciamo a ottenere briciole d’amore. Non è così e non ne siamo consci. Quindi, con il trascorrere degli anni la frustrazione cresce e con essa aumentano anche la rabbia e la paura. “Perché la tua vita fa schifo e cosa puoi farci” ci permette di riflettere su questi concetti e su molto altro ancora, con paragrafi brevi e uno stile semplice e diretto come si denota già dal titolo.

«Ci sono due tipi di pianificazione: quella che devi fare e quella di cui ti servi per evitare le cose che devi fare. Quello che devi fare è vivere fedele a te stesso. Tutto il resto ti fa solo diventare matto», scrive Alan Cohen, aggiungendo che «lo scopo della vita non è quello di arrivare sani e salvi alla morte». Il nostro scopo, secondo l’autore, consiste nel vivere così bene che la morte o la paura di morire non possono privarci della gioia. Passiamo semplicemente da una stanza all’altra.

«In ogni istante della tua vita, ti trovi a decidere se seguire una strada con il cuore o una strada senza cuore». E tu quale preferisci?

Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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