Sacro Gra, Rosi racconta il raccordo anulare a Venezia

Czlowiek_z_nadziei © la Biennale di Venezia - Foto ASAC
Czlowiek_z_nadziei © la Biennale di Venezia – Foto ASAC

La lentezza è il file rouge dei film presentati, oggi, alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia. A partire da “Jiaoyou (Stray Dogs)” del regista Tsai Ming- liang, in concorso per Venezia 70, che utilizza gli attori come dei colori  con cui dipingere gli strati dell’emotività all’interno di una dimensione assolutamente disorientante. I sentimenti confluiscono, così, in maniera del tutto naturale al tavolo della vita. La lentezza è ancora l’elemento preponderante nella minuziosa scoperta della sfera intima e psicologica del carismatico leader sindacale Walesa nel film di Andrzej Wajda “Walesa. Man of hope”. Lui, che da semplice operaio si è trasformato in un eroe del suo tempo, rappresenta, attraverso le complesse domande di M. Rosaria Miraggio, nei panni della nota giornalista Oriana Fallaci, una preziosa occasione di riflessione non solo per i cittadini di ieri ma anche, e  forse soprattutto, per quelli di oggi e di domani.

Ancora personaggi controversi ed assolutamente degni di lenta ed acuta riflessione sono quelli di ‘Til Madness Do Us Part “(Feng Al), il lunghissimo film, di genere documentario, in cui, nel corso di  227 minuti, il regista Wang Bing racconta il calore umano tra compagni di sofferenza che condividono la vita in un ospedale psichiatrico.

Gianfranco Rosi © la Biennale di Venezia - Foto ASAC
Gianfranco Rosi © la Biennale di Venezia – Foto ASAC

Proprio la lentezza ha costituito il collante tra il regista Gianfranco Rosi ed il paesaggista Nicolò Bassetti che, nel corso di tre anni, hanno dato vita a “Sacro Grà” in concorso per Venezia 70. Il film, in cui proprio la lentezza ha rappresentato l’investimento più importante per percorrere uno spazio, quello del raccordo anulare di Roma e provare a far emergere i frammenti dei personaggi e delle loro storie. In un luogo apparentemente privo di identità, spiega Rosi in conferenza stampa, sono proprio i personaggi, con le loro forti radici localizzate, a dare vita ad un film che rappresenta un punto d’arrivo per il regista. Estremamente lenta è, infine, la triste parabola esistenziale del protagonista di “Jalousie” il film di Philippe Garrel, in concorso a Venezia 70, tutto incentrato su una comunicazione di tipo doloroso in cui l’obiettivo è quello di dare una forma d’espressione alla dirompente forza dell’energia sessuale femminile.

 Raffaella Sbrescia

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