Peppe Servillo & Solis String Quartet omaggiano Napoli

concertoIl repertorio della musica classica napoletana è ormai riconosciuto come parte integrante del matrimonio musicale mondiale. Tantissime ed assolutamente eterogenee sono state le rivisitazioni di questa grande tradizione e, con lo scopo di ristabilire un nuovo contatto con la generazione contemporanea, il progetto intitolato “Spassiunatamente” mette alla prova la sensibilità artistica di Peppe Servillo e la maestria delle abilità strumentali del Solis String Quartet, composto da Vincenzo Di Donna (violino), Luigi De Maio (Violino), Gerardo Morrone (Viola), Antonio Di Francia (Violoncello). Già inciso su disco, “Spassiunatamente” ha anche preso forma dal vivo con svariati concerti. L’ultimo, in ordine di tempo, si è tenuto lo scorso 16 dicembre presso il Teatro Diana di Napoli con un concerto omaggio alla cultura e alla canzone classica napoletana.

L’atmosfera è subito elegante e raffinata, nessun orpello, solo strumenti, spartiti e tanta emozione accompagnano gli artisti sul palco. Sulle note di “Occhi Perduti”, Servillo decanta  “E Fuglietiell”,  introducendo il pubblico sotto le finestre dei quartieri e mentre, gli ambulanti richiamano la clientela, qualche infelice innamorato decanta le proprie pene d’amore. Ad uno ad uno i più grandi successi di Roberto Murolo, Sergio Bruni, Libero Bovio riscrivono storie e sentimenti senza tempo: “Munasterio e santa chiara”, “Maruzzella”, “Nustalgia”, “Je te voglio bene assaje”, “Era de Maggio”, “Che t’aggia dì” scandiscono le emozioni del pubblico fino al momento strumentale del concerto: il Solis String Quartet incanta tutti con due brani tratti dall’ultimo lavoro discografico “4or Solis”: “Tarantella del Vesuvio” e “Mozartango” illuminano i sensi ma si tratta di una breve parentesi, il concerto è dedicato ad altro e così sia: “Napulitanata”, “Està” (Nun voglio fa niente), “Dicitenciello vuje”, “Malinconico Autunno” e “Guapparia” danno rispettivamente voce ai “trovatori” napoletani di inizio secolo e ai cosiddetti “guappi di cartone”. Sulla stessa linea d’onda “A serenata è Pullecenella”, “’O Guappo nnammurat” e O’Festino”. Nei bis “Scetate” e “Dove sta Zazà” chiudono, infine, la serata lasciando un sorriso sulle labbra.

Raffaella Sbrescia

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