Collateral Beauty su Canale 5: trama, trailer e recensione del film

Collateral Beauty va in onda su Canale 5, questa sera (2 gennaio 2019, ndr) alle 21.21. Ecco la trama, il trailer e la recensione del film uscito al cinema a gennaio 2017.

Per guardare Collateral Beauty devi svestirti del cerebralismo, che affligge la società contemporanea, per immergerti in quella sorta di ‘mistero’ che trapela in ogni sequenza del film e nella vita stessa. Non c’è nulla da capire in questa pellicola. C’è solo da lasciarsi andare per scorgere la ‘bellezza collaterale’ che è presente in ogni cosa, anche in un lutto che toglie e dà. La morte nel film non viene banalizzata, perché è affrontata per ciò che realmente è: una tragedia che, a volte, la mente si sforza di negare e di non metabolizzare giacché il dolore è troppo insopportabile. Il protagonista, Howard, è un pubblicitario che resta sullo sfondo pur muovendo l’azione, perché ogni evento parte e finisce con lui. Will Smith non ci coinvolge appieno, a differenza dei personaggi secondari che s’illudono di tessere le fila del destino con un cinismo disarmante e forse provvidenziale.

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Ed è proprio per questa presunta insensibilità che Collateral Beauty mi convince. Ci sforziamo di essere sempre buoni, altruisti e accomodanti, schiacciando tutte quelle emozioni che consideriamo negative. In realtà i tre soci/impiegati (interpretati rispettivamente da Edward Norton, Kate Winslet, Michael Peňa) temendo per la loro stessa vita (e per quella delle rispettive famiglie) si fanno trascinare da stati d’animo viscerali ed escogitano un piano, non senza troppi rimorsi, per evitare che l’azienda fallisca: assumono tre attori che devono interpretare rispettivamente il Tempo, l’Amore e la Morte per dimostrare al protagonista che non è sano di mente e costringerlo così a vendere  l’agenzia pubblicitaria. La macchina da presa di David Frankel è spietata, diabolica, coinvolgente e gioca con il dolore ma solo per carpirne il senso e redimere tutti i personaggi coinvolti. Il film, nonostante qualche difetto nella sceneggiatura – che rende alcuni concetti più complicati di quel che sono – conduce lo spettatore in un ambiente patinato che, dal punto di vista scenografico, per certi versi ricorda quello de Il diavolo veste Prada, diretto dallo stesso regista (basti guardare l’arredamento minimalista dell’agenzia). Will Smith è annientato dalla depressione perché ha perso la figlia di sei anni e gironzola sulla sella di una bicicletta in una città indifferente e gelida, non riscaldata dall’atmosfera natalizia che si intravede di qua e di là.

Possiamo classificare, dunque, Collateral Beauty come un buon film che lascia spazio a molte interpretazioni sulla vita e sulla morte rendendo vive le astrazioni, così come si è fatto – in modo sicuramente più innovativo – con le emozioni in Inside Out e così come suggerisce di fare la psicologia di stampo junghiano di fronte al lutto che può essere esorcizzato con il tempo, con l’ascolto, senza troppe parole, e mediante l’immaginazione. I dialoghi sono l’arma vincente di questa pellicola, soprattutto quando parlano il Tempo (Jacob Latimore), la Morte (Helen Mirren) e l’Amore (Keira Knightley). Il lungometraggio ricorda lievemente pellicole come Vi presento Joe Black ma senza l’intensità di quest’ultima. E non c’è la necessità di scomodare personaggi di dickensiana memoria, cercando di trovare difetti che Collateral Beauty non ha. Se proprio vogliamo cercare delle sbavature, possiamo coglierle nel ritmo che rallenta troppo in alcuni momenti; per il resto si tratta di un buon prodotto che fa riflettere in maniera forse dirompente ma necessaria! Di seguito il trailer di Collateral Beauty.

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