LA FOR(TEZ)ZA DI PORTSMOUTH

Portsmouth – © Daniel Agami
La roccaforte di Portsmouth – © Daniel Agami

Sì certo, Portsmouth, seconda tappa del nostro viaggio nella South Coast inglese dopo Hastings, è una città dell’Hampshire situata nella Portsea Island, (pen)isola indecisa tra l’isola di Wight che le è prospiciente e il resto dell’isolato Regno Unito collegato attraverso un ponte. Sì certo, ci è nato Charles Dickens, giornalista e scrittore che reinventò il romanzo inglese nel XIX secolo, e a lui è dedicato un museo. Ed è emozionante, soprattutto se non ci si ferma negli angoli olezzanti di urina, percorrere la roccaforte che la sovrasta sulle fredde acque della Manica, e che la immortala sul mare con il fascino che hanno Dubrovnik o Eivissa, altre due città che si affacciano al mare con for(tez)za.

Ed è certo che è da Portsmouth che è partito il D Day, cioè lo sbarco delle truppe angloamericane in Francia, nel 1944, durante la II Guerra Mondiale, a cui è dedicato un museo (e due). Ed è vero che nella Cattedrale, pochi metri ed un breve prato dal mare, edificata con marmi chiari dalla navata unica e spaziosa, c’è persino una ceramica dello scultore fiorentino cinquecentesco Andrea della Robbia, contemporaneo leonardesco e michelangiolesco.

Portsmouth – © Daniel Agami

Ma è in un pub turistico, nel porto, che troviamo quello che nessuna guida vi scriverà mai. Nascosta dietro birre più grandi di loro, la gioventù del luogo bighellona in un pomeriggio lento e caldo. Schiamazzano, come bad boys dalla bellezza da sprecare. Uno si atteggia a leader, gli altri guardano e sputano. Il quinto sembra il comico Woody Allen da ragazzo, ha denti gialli storti e sporchi di sangue, un labbro tagliato, ed un paio di occhiali dalla montatura nera. Magrissimo, capelli pel di carota. Ma non vuole fare ridere, anzi. Chiede all’ignaro turista a fianco le chips che sta mangiando, e tutto il gruppo aspetta solo un rifiuto, che però non avviene. Ne mangia una, poi quante ce ne stanno in una mano. Poi gli beve la birra, per vedere l’effetto che fa. Mangia qualche patatina, poi butta a terra le rimanenti. Gli altri estraggono coltelli come se fossero fiori. Sembrano usciti da un romanzo di Dickens.

La violenza di questo luogo, si annusa tutto in pochi istanti. Poche centinaia di metri più in là, i Gunwarf Quays, un quartiere commerciale sul mare costruito nel 2002: polo e camicie azzurre sbottonate, pull-over sulle spalle, gli italian ice cream di Dino, catena di gelaterie all’estero. A volte tra il benessere e la miseria c’è poca distanza, e non si sa nemmeno con certezza dove finisca l’uno, e dove inizi l’altra.

Daniel Agami – [email protected]

Si ringraziano Michele Avoni e Giulia Pelone

Commenti

commenti

Daniel Agami

Potrà scrivere che è giornalista, ha scritto (o scrive) per Giudizio Universale, Argo, L’Informatore Europeo, Giornalisti, Il Resto del Carlino, Linkiesta, Inchiesta, Corriere Cesenate, Avvenire, Atelier, i libri Sfide-microracconti, Bacco e le muse, Guida per difendersi dal razzismo, www.pasolini.net , il Festival del cinema muto di Aosta, la De Agostini, autore televisivo del primo show del sabato sera per bambini; che lavorò o lavorerà al cinema e in tv per Avati (come assistente alla regia ed attore), nei seminari come animatore (e in teatro come latinista) per Stefano Benni, a Roma per Calopresti, che è stato o sarà autore e quasi attore di monologhi e spettacoli letterari in festival, piazze, teatri, librerie, a Torino, Ancona, Roma, Verona, Bolzano, Bologna, Alcatraz, La Maddalena, Senigallia, copywriter e scrittore di siti internet, scruta(t)tore, ripetitore di grammatica e letterature antiche e contemporanee, regista di sequenze teatrali e di spot per l' Emilia-Romagna, sceneggiatore, che con la scusa di un reportage si è fatto internare in un reparto psichiatrico per 3 settimane, è finito nelle foibe a nordest, è andato in un europeo putain tour ad Amsterdam e a Padova come embedded più sfigato (nella pulizia municipale in una inquietantissima 1 bianca), ha fatto il cavatore di marmo a Carrara, si è fidanzato di Lucilla Agosti (a sua insaputa), è finito nel termovalorizzatore opera d'arte di Vienna e a Copenaghen, Edimburgo, Milano, Stirling, Castell'arquato, Glasgow, Portsmouth, Firenze, Hastings, Cesena,Londra, si è fatto due 2 insonni sui nitbusos di Bologna, ha fatto finta e sesso in una dark-room, che scrive ed è attore di sé stesso, comico apocalittico, che alterna amore e dolore, che soffre di eiaculazione tardiva. Ma non non credetegli troppo, Daniel Agami è impossibile.

Lascia un commento