SOCIAL THINKING IN ARAJANI

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Il pensiero vero non è cibo concreto che sazia lo stomaco: è invece cibo immateriale che assicura l’alimento per la mente! Esso, se scaturisce dalla elaborazione delle emozioni consente di vivere a pieno la vita, a differenza del pensiero tecnologico, il quale può sussistere a lungo solo se supportato dal pensiero che nasce dagli aspetti primitivi della mente.

Oggi l’edonismo e l’utilitarismo danno luogo ad un pensiero finalizzato all’ottenimento dei beni materiali, che non può bastare a rendere dignitosa e nobile la vita umana: c’è bisogno di profondità della mentalità primitiva che, entrando in conflitto con la mentalità razionale dia origine a trasformazione creativa.

E’ fondamentale che l’evoluto entri in risonanza con il primitivo per estrarlo dall’ amalgama delle emozioni e consentire all’ individuo o a un gruppo di persone di superare la necessità di impostare la vita sul ‘fare’, che da sì la certezza dell’ottenimento della soddisfazione del corpo, ma non assicura affatto l’evoluzione della mente. E noi oggi, più che mai, vogliamo dare alla mente ciò che essa è in attesa di ricevere: il pensiero fatto di emozioni elaborate che superino espandendolo il pensiero tecnologico. Un modo di rendere la mente nutrita di elementi psichici evoluti è quello che si produce con la pratica del Social Thinking, che è un Thinking Group che, come ben descrive il socio-psicoanalista Marco Longo, si organizza intorno a ‘situazioni sociali di pensiero’ partendo da un tema libero o prestabilito allo scopo di promuovere incontri e confronti tra le menti individuali e gruppali, comunicazioni e discussioni aperte, creatività e spirito di collaborazione. Si tratta di un ‘gruppo pensante’ nel quale curiosità ed emozione dell’ incontro reale con gli altri danno l’avvio al desiderio e alla fantasia nel fare interagire le diverse prospettive, culture, opinioni e modi di pensare.

«Un gruppo che facilita l’accesso al pensiero associativo, laterale e divergente, permettendo ai partecipanti di comprendere meglio, trasformare e riorganizzare le immagini, le rappresentazioni, le metafore, i paradossi, i simboli, i dilemmi presenti nella mente umana e condivisi nei contesti sociali e trans-personali in cui noi tutti viviamo ed operiamo» ( M. Longo ).

In un paese del sud dell’ Italia, è sorto da poco uno spazio per pensare in gruppo, per portare a livelli più evoluti il pensiero tecnologico e il pensiero primitivo, facendoli incontrare e interagire per dare stimoli alla mente con un’alimentazione che non sia solo basata su ripetizioni e ridondanze del pensiero primitivo non elaborato, o sulla logica ferrea del pensiero razionale.

Ecco in sintesi la descrizione del risultato di un incontro avvenuto non in un grande centro come Roma dove ogni cosa sembra avere legittimazione di esistenza, ma ad Arajani, un piccolo centro irpino il cui genius Loci è Giano, l’iniziatore di ogni nuovo evento costruttivo. Giovedì 8 Novembre nel piccolo gruppo di Social Thinking abbiamo sperimentato, grazie all’esserci abbandonati all’atteggiamento mentale che promuove la nascita improvvisa di idee, il passaggio da aree di disordine della mente gruppale ad aree in cui il non ordine prende forma in rappresentazioni teatrali che hanno come scenari scale infinite che fanno da ponte di collegamento tra le diverse zone dell’ universo, simmetriche e ‘parallele’ alle zone dell’ infinitamente piccolo: buchi neri si aprono all’ inizio come acqua torbida al centro di una baia limpida, poi, si offrono come tunnel di passaggio verso i campi ameni della mente: il tutto rappresentato da un dipinto di stradine che da un luogo di noia e stasi conducono verso la vita dei boschi racchiudenti arcane conoscenze. Tre scene infine descrivono il superamento dell’angoscia dell’ignoto rappresentato da ‘un faro di pietra’ ed una adiacente casetta dalle cui finestrelle, nel cuore calmo della notte, fuoriesce la bionda e calda luce che rasserena lo spirito e lo dispone al sogno ri-creatore.

Nunzio Lucarelli 

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