Diari

Le società matriarcali. Studi sulle culture indigene

copgoettner
28 euro – pp. 703

“Le donne giungevano lì senza uomini per vivere da ricche guerriere armate, abbigliate di magnifici vestiti e con splendide armi. (…) La signora governava la Terra delle Amazzoni che si estendeva verso l’interno, a Nord del grande corso d’acqua”. Erano le Amazzoni dell’Amazzonia, con le quali si scontrarono gli invasori spagnoli.  Questo episodio è narrato nel libro “Le società matriarcali. Studi sulle culture del mondo”, redatto da Heide Goettner-Abendroth ed edito in Italia da Venexia. Un manuale che si occupa, con uno sguardo antropologico, delle società gestite da donne che ancora esistono nel mondo. L’autrice ci conduce nell’Asia orientale, in Indonesia, in Oceania, in India, nelle Americhe e in Africa, partendo dalle origini di queste società antichissime e affascinanti per raccontarci come vivono e come si rapportano con gli uomini le matriarche, donne sagge e amorevoli che antepongono i bisogni collettivi ai propri. La matriarca in genere è all’apice del clan, nel quale vivono gruppi di persone legati dal vincolo di sangue per via materna. La figura del padre non esiste. Il bambino è allevato dalla mamma e l’unico maschio che ha come punto di riferimento è lo zio, cioè il fratello della madre. I figli in una società matriarcale sono imparentati in termini di lignaggio solo per via femminile e portano il nome del clan materno, nel quale trascorreranno in genere il resto della vita. Questo libro, suddiviso in due parti e in 18 capitoli, descrive con dovizia di dettagli le microstrutture delle società matriarcali, cioè le regole e le usanze che riguardano vari ambiti della vita sociale e privata, come la politica, la religione e l’economia, le cui norme si basano sui valori materni di protezione e cura. Non esistono gerarchie in questo tipo di società che non è orientata al profitto bensì ai bisogni collettivi. Il matriarcato, spiega l’autrice, non è l’equivalente del patriarcato, come spesso si ritiene. Questo manuale abbatte dunque molti paradigmi e apre la strada a un nuovo approccio per studiare il matriarcato, il cui stile di vita può essere da stimolo per uomini e donne che vogliono costruire una società migliore, dove le donne sono valorizzate per le loro peculiarità, come l’aspetto creativo, senza doversi adattare alle regole imposte dal sistema dominante. Il testo di Heide Goettner-Abendroth è una preziosa fonte per gli studiosi e per quanti voglio conoscere altre culture, che hanno costruito nei secoli la loro storia e la loro identità su una  forma mentis diversa da quella prevalente; una modo di vivere meno violento, non gerarchico e soprattutto più rispettoso del Pianeta e dei cicli di nascita e morte.

m.i. 

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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