La Morte, sogni inquietanti per scoprire la vita

L’equilibrista, rubrica settimanale a cura di Giulia Caso (ogni mercoledì). L’appuntamento con Giulia ritorna mercoledì 21 agosto 2013. 

Un'immagine del film Ghost
Un’immagine del film Ghost

In questi giorni ho fatto dei sogni macabri e inquietanti. Immagini irreali, eppure così vivide nella mia mente, tanto da condizionare le ore successive al risveglio. Ho sognato persone decedute che mi parlavano. Cosa significherà mai? Cosa mi vuole dire l’inconscio? Mi sono chiesta più volte, “lasciando poi andare” ogni altra riflessione a riguardo. La mia mente si è così tranquillizzata, fino a quando non sono morte due persone che conoscevo e che avevo, tramite altri parenti scomparsi, associato in sogno qualche mese prima. A questo punto di nuovo gli interrogativi: cosa significherà mai? Cosa mi vuole dire l’inconscio? Nessuna risposta. So che scrivere di morte, è in netta controtendenza in questo periodo, ma qualche considerazione bisogna pure farla. Non ho mai creduto nei sogni premonitori, almeno non nel senso letterale del termine, nonostante la mia attività onirica potrebbe indurmi a pensare il contrario. Tuttavia credo nel sesto senso e nella capacità dell’essere umano, che è fatto di energia, di percepire le vibrazioni negative.

La morte è parte della vita e non va accettata, né tollerata, bensì celebrata. Esatto, celebrata, così come si faceva nei riti pagani di nascita, crescita e morte. Perché tutto scorre. Tutto ritorna. E, a prescindere dalla fede che professiamo, basta guardare la natura per capire che la nostra vita ha un senso. Siamo venuti al mondo per contribuire all’evoluzione del Pianeta, sia biologica sia intellettuale. Io sono Cristiana, non Cattolica (badate bene) bensì Cristiana. I primi Cristiani avevano un rapporto diverso con la morte, intesa come momento di passaggio per risorgere a vita nuova, e lo stesso Gesù considera il Signore il «Dio della vita». Celebrare la morte, superando il lutto (che non deve durare, come dice la Bibbia, più di tre giorni), vuol dire accogliere la vita in tutte le sue sfaccettature, anche nei momenti più dolorosi. Non è facile. Lo so. Il dolore permane e spesso diventa invalidante, ma se trasformato e celebrato, non rinnegato, ci farà risorgere a vita nuova, dandoci nuove opportunità e facendoci cogliere il significato della nostra esistenza. Cosa c’è dopo la Morte? Non ve lo so dire. Come potrei. Nessuno lo sa. Ma posso solo suggerirvi, cercando di interiorizzare a mia volta sempre di più queste parole, di sperimentare il Paradiso in Terra. Come ci ha suggerito Gesù!

Giulia Caso

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto