La grandezza di essere se stessi

© olly - Fotolia.com
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Emulazione: una parola particolarmente diffusa nel mondo di oggi, con essa s’indica la propensione, da parte degli esseri umani, a seguire le tendenze e i comportamenti del momento. Non c’è nulla di sbagliato nell’avere dei modelli di riferimento, soprattutto quando essi sono simboli di pace e libertà, ma trovo assurdo annullare la propria identità e unicità al solo scopo di rientrare nei canoni del momento. Emerson nel suo famoso saggio sulla fiducia in sé, dice: «L’imitazione è un suicidio», affermando che ogni volta che non siamo noi stessi, uccidiamo il nostro “Io” con tutta la sua incredibile creatività e grandezza. Trovo che sia stato un bene che Dio abbia creato l’uomo, perché il Signore ha il senso dell’unicità e dell’originalità, mentre l’essere umano avrebbe ideato con molta probabilità degli individui standardizzati. Ogni persona ha delle caratteristiche peculiari che non sono rintracciabili in nessun altro e tutti noi abbiamo una diversa bellezza che possiamo esprimere solo quando siamo noi stessi. L’essenza della grandezza sta proprio nell’essere se stessi; una delle leggi fondamentali dell’uomo è: Trova te stesso, conosci te stesso, sii te stesso. I grandi pensatori del passato sono stati degli autentici anticonformisti perché hanno seguito le loro idee andando contro le barriere del loro tempo, ricevendo critiche e venendo osteggiati, a tal punto da essere costretti ad abiurare le loro idee. Immaginate cosa sarebbe successo se queste persone fossero state sopraffatte da tali impedimenti? Probabilmente crederemo ancora che il Sole giri intorno alla Terra e che quest’ultima sia piatta; conseguentemente non conosceremo l’America, useremo ancora le candele e andremo a cavallo; molti morirebbero per una semplice febbre o per il Morbillo. E potrei continuare. Allora, cosa ha permesso a Galileo, a Edison, a Ford… di credere nei loro sogni? Semplicemente, hanno creduto che la loro diversità fosse un modo per esprimere creatività e unicità. Tutto ciò non è mai semplice, perché sulla vostra strada troverete persone che vi esorteranno a fare retromarcia e che vi diranno che siete “strani”. Ed è proprio in questi momenti che – come affermò, in un suo famoso discorso, Steve Jobs ai neolaureati di Stanford – bisogna essere «affamati e folli».

 

Carmine Caso

 

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