Vittorio De Sica, i film e la carriera del maestro del Neorealismo

sciuscià locandinaEra un uomo di altri tempi Vittorio De Sica. Nato a Sora proprio come oggi, il 7 luglio del 1901, da una famiglia molto umile, con la quale si trasferì ben presto a Napoli, il giovane Vittorio dovette rimboccarsi le maniche, perché in quel periodo nessuno ti regalava nulla, quindi i traguardi, quelli veri, si raggiungevano a suon d’impegno e disciplina; una metodica che gli permise di affinare un talento innato. Infatti, Vittorio con la macchina da presa coglieva particolari e dettagli che ad altri sarebbero sfuggiti. Aveva la stessa curiosità del reporter, la medesima creatività dell’artista e una capacità di critica che ha fatto storia.

E nel secondo dopoguerra, mentre molti dei suoi colleghi lavoravano a Cinecittà, lui preferiva i quartieri e i luoghi dell’Italia martoriata dal conflitto, per ricordare ai posteri quanto accaduto negli anni Quaranta attraverso la forza evocativa delle immagini. Dunque, un Paese che andava ricostruito e che De Sica volle raccontare con un linguaggio quasi giornalistico in molti dei suoi film, da “Sciuscià” a “Ladri di biciclette”, da “Umberto D” a “La Ciociara”, con il quale Sophia Loren vinse il Premio Oscar come migliore attrice protagonista. Basata sul romanzo di Alberto Moravia, la pellicola narra la storia di Cesira e Rosetta, madre e figlia che durante la seconda guerra mondiale decidono di lasciare Roma per tornare in Ciociaria, terra d’origine di Cesira, ma durante il viaggio la donna e la ragazzina vivono una serie di esperienze traumatiche. Il film, per il tema trattato e per l’intensità delle immagini, ricevette diversi riconoscimenti. Ma De Sica fu molto di più. Con quattro Oscar vinti (Sciuscià, Ladri di biciclette, Ieri, oggi, domani e Il giardino dei Finzi – Contini), il maestro del Neorealismo ha contribuito a dare prestigio al Cinema italiano. 27 i lungometraggi diretti, centinaia i film che l’hanno visto interprete. Dotato di una spiccata comicità, era un attore  molto versatile, sebbene siano rimasti impressi nell’immaginario collettivo i ruoli del latin lover, come in “Pane, amore e fantasia”, “Pane amore e gelosia” e “Pane amore e…”, nei quali egli vestì i panni del maresciallo Carotenuto, un personaggio simpatico e dai buoni sentimenti che aveva un debole per le belle donne.

ieri, oggi, domani
Ieri, oggi, domani con Marcello Mastroianni e Sophia Loren

 

ladri di biciclette

E del resto come non subire il fascino dei personaggi interpretati dalle prosperose Gina Lollobrigida e Sophia Loren? Il fortunato sodalizio con Zavattini e i film con Totò e Mastroianni lo resero ancor più celebre, ma lui non perse mai l’umiltà dei grandi uomini: «Sono piccole voci, le mie», disse a Radio Montecarlo nel 1972 mentre girava “Lo chiameremo Andrea”, una pellicola riposante, comica e con uno sfondo di poesia, come la definì egli stesso poco prima di morire (morì il 13 novembre 1974). De Sica fu anche cantante. Le sue “creature cinematografiche e non” sopravvivono al tempo che passa e restano intramontabili; autentici capolavori, proprio come le note di “Parlami d’amore Mariù”. La canzone, scritta per lui nel 1932, rievoca altre usanze e altri tempi, dove le donne andavano corteggiate e conquistate con brani e lettere d’amore che parlavano di occhi belli che brillano. Occhi che come due stelle scintillano

Maria Ianniciello

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