Ultima Fermata, la recensione del film di Assanti

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A un certo punto della vita può capitare che una persona perda la propria capacità di meravigliarsi, smarrendo così la strada di casa; il fanciullino – che dimora nel cuore di ogni essere umano – resta così inascoltato pur reclamando a gran voce la propria presenza. L’Ego annebbia la mente dell’individuo e, quindi, la ghianda non diventerà una quercia: le radici non saranno mai così profonde e tanto radicate da sostenere il piccolo albero nel suo percorso di crescita. Rocco Capossela (Luca Lionello) vive di rimpianti e, dopo la morte del padre Domenico, ferroviere in pensione, ritorna nella sua terra natia. Ingessato e ingabbiato nel suo dolore e nelle sue false convinzioni, il personaggio del film Ultima Fermata – opera prima di Giambattista Assanti – passeggia per le strade di Rocchetta Sant’Antonio sentendosi un estraneo a casa sua. Lo spettatore non entra da subito in empatia con questo personaggio ma nel frattempo ammira i paesaggi irpini e pugliesi, conosce, attraverso il protagonista, gli usi e i costumi del posto e si lascia inebriare dai sapori di una località magica, grazie alle sequenze ben girate dal regista avellinese che ha curato anche il soggetto e la sceneggiatura.

La macchina da presa di Giambattista Assanti fa leva sul senso di nostalgia per risvegliare il fanciullino di Rocco che – ripercorrendo i paesi dell’Avellino-Rocchetta, il tratto ferroviario che collegava la Campania con la Puglia – perdona se stesso e trova l’Amore. Rocco s’innamora di Nina (Francesca Tasini), la figlia dell’alberghiera, e gradualmente diventa più sciolto, meno impacciato, come si denota dall’abbigliamento e dall’andatura. Ricca di significati la frase del frate dell’Abbazia del Goleto, il quale invita Rocco ad ascoltare il vento, che porta con sé ebbrezza e ricordi di un tempo lontano, quando gli irpini lasciavano, con il cuore traboccante di tristezza, i loro cari per lavorare altrove o semplicemente per far visita ai familiari emigrati al nord, come ci ricordano le immagini. Questo lungometraggio – nonostante lievi sbavature – ha il merito di averci fatto conoscere la storia del tratto ferroviario oggi dismesso che ha avuto e tuttora ha un valore storico e affettivo per gli abitanti dei paesi attraversati dalla linea, la quale rendeva più florida la microeconomia locale.

Con il suo cast di attori illustri – quali, tra gli altri, Claudia Cardinale, nel ruolo di Rosa, Luca Lionello, Nicola Di Pinto, Sergio Assisi – questa pellicola richiama alla mente il cinema di Tornatore (per quel senso di nostalgia di cui abbiamo scritto prima) e di Pieraccioni per quanto riguarda la scena del ballo in piazza, dai ritmi latini. Assanti non rinuncia alla comicità partenopea e ci fa sorridere avvalendosi del talento di Salvatore Misticone. Ultima Fermata è stato presentato in anteprima al Multisala Carmen di Mirabella Eclano (Avellino) e a Benevento il 15 ottobre. Hanno partecipato all’evento, oltre al regista e alla produzione, anche Francesca Tasini e Claudia Cardinale che si è detta soddisfatta. «Ho accettato subito di far parte del cast perché mio padre era un ferroviere e questo film mi ricorda l’infanzia», ha detto l’attrice de Il Gattopardo al pubblico del Cinema Carmen che l’ha accolta con un lungo applauso.

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