The Reach. Caccia all’uomo, recensione del film

the-reach-caccia-all-uomoLo avevamo visto ne “Le due vie del destino”, nel quale impersonava Eric Lomax da giovane, e adesso lo ritroviamo in “The Reach. Caccia all’uomo”, thriller con Michael Douglas. Jeremy Irvine ancora una volta veste i panni di un ragazzo perseguitato e martoriato nel corpo e nella psiche da un uomo senza scrupoli che qui non ha le fattezze di un interprete dell’esercito giapponese, bensì di un ricco uomo d’affari con le caratteristiche, oltre che dell’intrallazzatore, anche del killer. Il volto di John Madec è quello del Michael Douglas degli ultimi film (Dietro i candelabri e soprattutto Wall Street: il denaro non dorme mai). Madec è un uomo privo di scrupoli che compra cose e persone. Ben (Jeremy Irvine) al contrario è un ragazzo semplice che fa la guida turistica nel deserto del Nevada. Uscito il 15 luglio 2015, “The Reach. Caccia all’uomo” si apre proprio con l’immagine di Ben che corre disperato in una luce accecante; poi con il trascorrere dei minuti ci accorgiamo che si tratta di un incubo ma questa consapevolezza non ci acquieta, perché sappiamo (abbiamo letto certamente la trama) che la vita di questo ragazzo sta per complicarsi proprio quando appare John Madec, con il quale il protagonista deve andare a fare una battuta di caccia nel cuore del deserto. Di Ben sappiamo ben poco. Conosciamo la sua ragazza, che ha vinto una borsa di studio al college (ce lo dice lui) e sappiamo che ha intrapreso lo stesso percorso lavorativo dei suoi genitori. Questo però conta poco! Madec spara accidentalmente a un uomo che vive in quelle terre aride e bellissime. the-reach-caccia-all-uomo-film-recensioneCi sembra all’inizio di essere catapultati in un film western: la macchina da presa indugia sui dettagli e il richiamo alla scuola di Sergio Leone (poi verso la fine di Tarantino) è più che evidente. Qualcosa di orrendo sta per accadere. L’uomo cerca di corrompere Ben con un pugno di dollari, come ha fatto con lo sceriffo, ma non ci riesce e allora inizia la caccia spietata. Il protagonista comincia a correre nudo e senza scarpe in cerca della salvezza per il deserto mentre l’antagonista, con l’auto di lusso e la risata sagace, gli sta alle costole: vuole sfinirlo e farlo morire per poi accusarlo dell’omicidio commesso. Ben sembra in trappola; riuscirà con le sue doti a farla franca? Vedremo! “The Reach. Caccia all’uomo” , tratto dal romanzo Deathwatch di Robb Whiteè un film avvincente non solo perché crea una sorta di competizione tra il semplice cittadino americano, che vive onestamente, e uno squalo della finanza ma soprattutto per il pathos di alcune scene, ben girate. Poi, la pellicola si tinge di banalità ed esagerazione lasciandoci di stucco con quel finale imbarazzante…

Voto: [usr 2.5]

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Maria Ianniciello

 

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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