Teatro, Branchetti: “Il Bacio di Ger Thijs? I sentimenti cambiano il mondo”

Il sodalizio artistico tra Francesco Branchetti, regista e attore, e Barbara De Rossi, prosegue fervidamente. Dopo la messa in scena della Medea di Anouilh nella prestigiosa sede del Teatro Romano di Ostia Antica, nell’estate 2015, che segnò il grande ritorno sul palcoscenico dell’attrice romana, la loro collaborazione artistica li portò al debutto nel 2016, sempre in estate, di Coro di Donna e Uomo, un intenso reading di coppia su testo di Gianni Guardigli. L’anno successivo è stata la volta, ancora entrambi protagonisti, de Il Bacio di Ger Thijs, drammaturgo olandese, che ora è proposto in una lunga tournée iniziata  a Chiusi il 13 gennaio e che proseguirà fino ad aprile in tutta Italia. Abbiamo incontrato Francesco Branchetti che di questo spettacolo è anche regista.

Francesco Branchetti, è iniziata da poco una lunga tournée de Il Bacio che terminerà a fine aprile. E’ un testo a cui hai creduto sempre molto, ti chiedo cosa ti ha convinto a metterlo in scena insieme a Barbara De Rossi?
La cosa che mi ha affascinato di più nel testo di Ger Thijs è la capacità dell’autore di indagare in maniera mirabile l’animo umano e di puntare tutto sull’analisi dei sentimenti e sulla forza che questi sentimenti possono avere al fine di cambiare il destino di due vite.

Branchetti
Nella foto Barbara De Rossi e Francesco Branchetti

Una panchina, un uomo e una donna, due sentieri, due vissuti. C’è quindi la speranza dell’incontro, in una società come la nostra dove la solitudine sembra vincere?
In una società come la nostra dove la solitudine è a mio avviso spesso e volentieri il risultato di uno sguardo rivolto esclusivamente a se stessi, “l’incontro” può succedere, può accadere se si ha la forza di credere nella magia del “guardarsi” davvero, nella magia dell’attenzione nei confronti dell’altro. L’incontro può accadere se si ha la forza di distogliere il nostro sguardo da noi stessi e rivolgerlo verso l’altro.

Come regista, su cosa hai lavorato particolarmente per questa pièce?
Ho lavorato essenzialmente sui sentimenti quali la tenerezza, il candore, lo stupore, la meraviglia. Ho raccontato il miracolo che accade nel momento in cui un essere umano accoglie nel proprio cuore un altro essere umano. Ho tentato di dare verità e spessore a questo lavoro d’indagine psicologica e sentimentale. Come un esploratore, mi sono avventurato nel mistero del sentimento e i colpi di scena su cui ho puntato tutto sono quelli che accadono nel profondo della nostra anima quando un  sentimento ci travolge.

Il sodalizio con Barbara De Rossi continua ormai da un bel po’ di tempo. Cosa deve scattare tra due artisti per cementare un rapporto di lavoro così continuo?
In genere non lo so, nel nostro caso una perfetta sintonia tra caratteri e una straordinaria comunione d’intenti.

Cosa emerge in particolare da questo testo e dal vostro lavoro, cosa ci dice?
Questo testo e lo spettacolo ci dicono che i sentimenti hanno ancora la forza di cambiare il mondo e senz’altro le vite dei nostri due protagonisti.

Elementi dello spettacolo, i sentieri percorsi dai due personaggi con le loro paure. A che punto ti senti nel tuo personalissimo sentiero di teatrante?
Mi sento ad un punto in cui l’unica urgenza è quella di portare in scena il mio mondo attraverso i testi e i personaggi; fare spettacoli è il mio modo di comunicare, di parlare con il mondo ed in questo momento mi sento particolarmente libero ed ispirato, sempre più lontano da mode, condizionamenti e sterili “astuzie teatrali”.

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Se tu dovessi dire un motivo per cui andare a teatro per assistere a Il Bacio?
Mi farebbe piacere che gli spettatori venissero a vedere il mio spettacolo per ritrovare la forza e la voglia di scommettere tutto sul cuore e sui sentimenti.

Paolo Leone

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